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25 aprile, un pezzo di storia della nostra città tra ricordi e futuro.

23 Aprile 2021
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29/01 | Giornata della memoria | Ida Desandré | Rosa di Ravensbruck

19 Gennaio 2021

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Appuntamenti del 22 e 23 agosto 2020.

19 Agosto 2020

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Sabato 22 concerto a Morgex e domenica 23 agosto commemorazione a Trois-Villes.
Doppio appuntamento per questo fine settimana a Morgex e Quart.

Bellemilia e altre storie di comune resistenza è il titolo del concerto che avrà luogo sabato 22 agosto alle 21 a Morgex nella Piazza Principe Tomaso. Si esibiranno Luca Taddia e Fabio Cremonini. Taddia è un cantautore emiliano, nonché funzionario della FIOM Cgil Bologna. Ha all’attivo diverse opere e prestigiose collaborazioni (ha scritto anche Bellemilia per Gianni Morandi). Il brano “Il partigiano bambino” chiude il suo ultimo album dal titolo “L’apostrofo rosso”. L’evento vede alla regia della “macchina organizzativa” A.N.P.I. e Cgil Valle d’Aosta, in collaborazione con il comune e la pro loco di Morgex. Per gli organizzatori si tratta di un’iniziativa di grande importanza: “Non si deve mai smettere di parlare di resistenza, ogni occasione è giusta per mettere in evidenza quei valori che ci appartengono da sempre. Non è un periodo facile dal punto di vista economico e politico, ma il permanere di quei capisaldi della resistenza può aiutare anche a superare momenti come questi”

Domenica 23 agosto alle ore 10 a Quart, l’ANPI ricorda quanto avvenuto il 23 agosto 1944 a Trois-Villes. A seguito della cattura di due militari del posto di guardia di Nus e il ferimento di altri due, da parte dei partigiani della 13a banda Emile Chanoux, i villaggi di Trois-Villes vennero dati alle fiamme dai nazi-fascisti. Facendosi scudo della popolazione civile sequestrata dai villaggi sottostanti, i nazi-fascisti rastrellarono la zona di Trois-Villes, dove operava la banda: tra le fila partigiane furono in quattro a morire.

La commemorazione, organizzata in collaborazione con l’amministrazione comunale di Quart, inizierà alle ore 10 con un corteo dal piazzale della chiesetta di Trois-Villes verso il monumento partigiano dove si terrà la cerimonia ufficiale che prevede la deposizione della corona, i brevi saluti dell’ANPI e il discorso commemorativo tenuto dal professore Raimondo Donzel. Ad arricchire la manifestazione la musica proposta dal cantautore bolognese Luca Taddia, in attesa di gustare un piccolo aperi-pranzo preparato dai ragazzi del progetto “il cielo in una pentola” in uno dei luoghi più belli della Valle d’Aosta.

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25 Aprile | Il ringraziamento del Presidente

26 Aprile 2020

UN RINGRAZIAMENTO A TUTTI VOI DA PARTE DEL PRESIDENTE DELL’ANPI PER UN 25 APRILE PARTICOLARE, EMOZIONANTE E PARTECIPATO.

Anche se l’emergenza sanitaria Covid 19 non ha reso possibile il consueto svolgimento delle celebrazioni del 25 Aprile, che l’ANPI aveva preventivato di organizzare per festeggiare il 75° Anniversario della Liberazione dal nazifascismo, non di meno possiamo rilevare con soddisfazione il positivo risultato ottenuto.
La riuscita di una splendida giornata che, pur fisicamente separati, ha visto giovani e anziani, donne e uomini partecipare attivamente.
Il 25 Aprile di quest’anno è stato il frutto del lavoro di molti, di un’azione corale che dimostra, senza ombra di dubbio, quanto i valori della Resistenza, della Costituzione che ne è il frutto più tangibile, dei Partigiani che hanno combattuto settantacinque anni fa, permeino ormai la nostra società.
A conclusione di questa esaltante giornata, la nostra piazza virtuale del 25 Aprile, ritengo doveroso ringraziare chi l’ha resa possibile.
Innanzi tutto le istituzioni.
In primis il Presidente della Regione, Renzo Testolin, che non solo si è immediatamente dato disponibile alla deposizione di una corona al Monumento alla Resistenza di Aosta, ma ha, con il suo staff, dato indicazioni precise per garantire le celebrazioni nel rispetto delle misure dettate dall’emergenza,
poi il Consorzio degli Enti Locali della Regione che ha sensibilizzato i Sindaci valdostani a partecipare con noi alla deposizione di omaggi floreali ai monumenti presenti sul territorio.
Esprimiamo, infine, gratitudine ai Sindaci che, cogliendo tale invito, hanno contattato la nostra associazione per permetterci di essere presenti alle deposizioni delle corone o dei fiori in modo da poter far partecipare, anche solo virtualmente, i partigiani e gli iscritti all’ANPI.
Ugualmente doveroso ringraziare i tanti musicisti locali che hanno risposto al nostro appello a interpretare una versione corale di Bella Ciao, i “ragazzi” che hanno letto gli articoli della Costituzione e le persone che hanno montato i tre video che, pur non ricordandoli singolarmente, vogliamo abbracciare seppure a distanza.
Voglio anche ringraziare tutti coloro i quali nel pomeriggio del 25 aprile hanno cantato e suonato con noi dai balconi e dalle finestre di casa.
L’impegno mio e del Comitato regionale dell’ANPI sarà quello di ripetere questa esperienza anche nei prossimi anni. Crediamo che la giornata della Festa della Liberazione non vada vissuta solo come una ricorrenza, essere ridotta alla sola celebrazione di un passato pur eroico, ma che sia l’occasione per riaffermare in modi più attuali l’Anniversario della Liberazione, ricordo luminoso di quel 25 Aprile.
Soprattutto perché la gioiosa partecipazione popolare che abbiamo vissuto ieri valga come monito a quanti, sempre in agguato, attentano ai valori democratici così faticosamente conquistati con la lotta di Liberazione.
Infine voglio ricordare con affetto e ringraziamento i nostri amici e compagni Partigiani, che mantengono lo spirito dei loro vent’anni e con questo ci sostengono e spronano nella nostra attività.

Nedo Vinzio

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25 Aprile | Commemorazione Issogne

25 Aprile 2020

Omaggio anche ai partigiani di Issogne in questa festa della Liberazione.

“Una casa semplice, le foglioline nuove del fico, le amate montagne, l’azzurro del cielo. Oggi anche se la manifestazione del 25 aprile è stata in forma contenuta, non ritiro la bandiera, ma la espongo con una cornice che è autenticità, speranza, unione e ripartenza.” (Lorena Borettaz)
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Orazione del Presidente Regionale ANPI Nedo Vinzio

25 Aprile 2020

nedoL’attuale emergenza sanitaria purtroppo non rende possibili le consuete celebrazioni e gli appuntamenti che l’ANPI aveva preventivato di organizzare per festeggiare il 75° Anniversario della Liberazione dal nazifascismo.
Ora, per quanto drammatica sia la situazione, non possiamo dissipare il patrimonio più prezioso: storico, culturale e ideale della Valle d’Aosta, decorata della Medaglia d’Oro al valor militare per la lotta partigiana.
La Resistenza è veramente il patrimonio più prezioso di una comunità, la memoria della sua storia che sola può dare un significato al suo presente.
Ricorre quest’anno il 75° Anniversario di quel 25 aprile 1945, giorno nel quale, con la vittoria della lotta di liberazione dal nazifascismo voi, cari Partigiani, contribuivate in modo decisivo a chiudere uno dei periodi più bui della nostra storia nazionale. Continua a leggere: Orazione del Presidente Regionale ANPI Nedo Vinzio

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“Bella Ciao” cantata dal Partigiano Ferdinando Mognol

25 Aprile 2020

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Cesare Dujany | Vigneron de l’Autonomie.

18 Febbraio 2020

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Cesare Dujany
Vigneron de l’Autonomie

21 FEBBRAIO 2020 – ORE 20.45
Châtillon, Saletta ex Hotel de Londres

INDIRIZZI DI SALUTO
. Serenella Brunello – Coordinatrice del Gruppo Cultura del Comune di Châtillon

. Nedo Vinzio – Presidente dell’ ANPI della Valle d’Aosta

. François Stévenin – Presidente dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d’Aosta

INTERVENGONO
. Ilario Lanivi – Ex Presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta
Un’impronta irripetibile nella politica valdostana

. Enrico Martial – Esperto di politiche europee
Cesare Dujany e l’Europa

. Vittorio Beonio Brocchieri – Professore di Storia moderna
Il fascismo, il razzismo e noi

. Roberto Louvin – Professore di Diritto pubblico comparato, Presidente Paritetica Stato-Regione
Dans la vigne de l’Autonomie

Conclusioni di
. Adolfo Dujany

Modera
. Giacomo Sado
Giornalista e autore del libro intervista “Libres”

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Lucia Bertolin “Ninfa”, la ragazza partigiana

19 Gennaio 2020

Pubblicato su Patria Indipendente il 20 dicembre 2019.
https://www.patriaindipendente.it/ultime-news/lucia-bertolin-ninfa-la-ragazza-partigiana/

Lucia Bertolin durante la Resistenza

Un toccante omaggio ad un anno dalla morte di Lucia Bertolin, ragazza partigiana, è stato reso sabato 9 novembre 2019 nella sala gremita di pubblico a Le Murasse di Verrès.

A ripercorrere l’attività nella lotta di Liberazione e il costante impegno sociale di Lucia Bertolin, sono intervenuti il sindaco di Verrès, Alessandro Giovenzi, la vicepresidente dell’Anpi Valle d’Aosta, Erika Guichardaz, la ricercatrice Antonella Dallou e la figlia di Lucia, Rosina Necer, moderati dalla presidente dell’Anpi di Issogne, Lorena Borettaz.

Ad arricchire la serata l’esposizione della mostra “Le nostre Brigate” con l’aggiunta di un pannello sulla partigiana “Ninfa”, la lettura da parte delle pronipoti, Alice e Greta Giglio, di alcuni racconti dell’esperienza resistenziale trascritti dalla figlia, la proiezione di tre video: un’intervista del 2013 scaricabile da Youtube (https://www.youtube.com/watch?v=ddL5noxMrYE), la consegna della medaglia della Liberazione e il montaggio della commovente lettura della piccola Margherita Marini del racconto “L’inverno di Lucia”, scritto ed illustrato da Rosina Necer. Emozionanti i canti di Resistenza, armonizzati e interpretati con la solita bravura dal Coro Bajolese e la presenza del partigiano della formazione combattente di Lucia, Aldo Dublanc, “Tigre”.

Sala gremita a Verrès per il ricordo di “Ninfa”. In piedi il partigiano “Tigre”

Lucia Bertolin nasce a Verres, il 15 giugno 1923 da Vittorio e Costanza Pidello.

Lavora come infermiera presso l’Ospedale Mauriziano di Aosta e poi alla “Guinzio & Rossi” di Verrès e, anche grazie al proprietario della fabbrica, inizia la sua militanza nella Resistenza valdostana. Presta soccorso e cura ai partigiani malati o feriti e con coraggio spesso si espone a rischi e pericoli.

Entra a far parte della 176 ª Brigata Garibaldi con il nome di battaglia “Ninfa”. Sarà una delle poche donne ad ottenere dallo Stato italiano il riconoscimento di partigiana.

Durante la guerra conosce Giuseppe Necer, il partigiano “Guida”; si sposeranno e avranno due figli. Vive a Torino e poi ad Alagna Valsesia fino alla fine dei suoi anni, ma ha la Valle d’Aosta nel cuore. È sempre disponibile a testimoniare per non dimenticare il sacrificio e le imprese compiute da donne e uomini che come lei hanno lottato per conquistare la libertà, nella speranza di costruire un mondo migliore per tutti.

Non meno importante è la sua continua dimostrazione di solidarietà nei confronti delle persone in difficoltà vicine e lontane attraverso semplici e concreti gesti quotidiani.

Dopo aver curato il marito per oltre 10 anni, vive le grandi pene di mamma quando la stessa malattia porta dolorosamente il figlio alla morte.

Una foto recente di Lucia Bertolin

Nel 2008 le è conferita la medaglia d’oro della Regione Valle d’Aosta. Nel 2014 le è consegnata dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio Valle la menzione speciale durante la cerimonia del premio “Donna dell’anno”. Nel 2017 riceve dal prefetto di Vercelli la medaglia della Liberazione del ministero della Difesa.

La figlia, parlando di lei, ha messo in luce i tratti caratterizzanti della Lucia madre, donna e partigiana, regalando ai convenuti uno splendido spaccato di quella vita dedicata agli altri, in cui tutti si saranno un poco riconosciuti: vuoi per l’ospitalità, per il coraggio o per l’umiltà che sempre dimostrava.

Foto di gruppo alla commemorazione di “Ninfa”

Ecco alcuni passi del suo intervento alla commemorazione: “Perché siamo cresciuti e vissuti, mio fratello ed io, con la consapevolezza che non ci appartenesse, così come non apparteneva a mio padre. Le estati nella baita del prozio ad Alagna, senz’acqua corrente e con il gabinetto esterno, duravano da giugno all’inizio della scuola ed erano un susseguirsi di visite e soggiorni di cugini, a volte zii, vicini di casa torinesi, gitanti da Verrès che andavano in montagna con papà. A lei sembrava del tutto naturale, anche se non doveva essere facile. […] Si condivideva quel che c’era, si collaborava. Noi figli e nipoti eravamo richiamati all’ordine quando non davamo una mano. A Torino invece i parenti venivano soprattutto per motivi di salute. […] È normale darsi una mano, nelle famiglie, ma a casa nostra ci si prendeva proprio cura al 100% della pratica, e non la si mollava fino alla fine. Si stabilivano e si rafforzavano così legami, in cui la parentela era solo una casualità iniziale. Lo stesso valeva infatti per vicini di casa e conoscenti valsesiani. Mi sono chiesta spesso se fosse già così: solidale, accogliente, coraggiosa e un po’ guascona prima dell’esperienza partigiana. E non avevo una risposta certa. Quand’ero piccola, a Torino conosceva poca gente con cui parlare e così mi raccontava episodi del periodo all’ospedale di Aosta, della sua infanzia ma soprattutto della guerra e della Resistenza. Mi pareva allora che avesse vissuto da ragazza in un lungo film di avventura. In seguito mi ha stupito capire che si trattava di pochi anni. […] Con l’età, lei aveva continuato a seguire gli eventi politici ma raccontava meno. Intanto il ’68 aveva coinvolto anche me. […] Non le chiedevo più della sua esperienza ma di venire con me alle fiaccolate del 24 aprile o ai concerti della Corale Universitaria. E lei ci veniva. Quando sono iniziate le ricerche sulla storia delle donne era già piuttosto avanti con gli anni. Nessuno l’ha cercata per molto tempo: viveva in un’altra regione e non si sarebbe mai fatta avanti da sola. Mi sono laureata in storia contemporanea con Guido Quazza e Liliana Lanzardo ma non avrei scritto una tesi su mia madre […] e non penso avrebbe accettato. Avevo un gran bisogno di rendermi autonoma da lei. Ero cresciuta tra coetanei che mi invidiavano una madre così, ma non si rendevano conto che può essere difficile misurarsi con un modello del genere. Non fai mai abbastanza, non sei mai all’altezza. Tempo fa ho deciso di mettere per iscritto i ricordi che avete sentito perché temevo si perdessero; non ne era entusiasta, tanto che mi ha proibito di far girare o pubblicare i testi prima della sua morte. Ha collaborato invece con piacere con tutti i ricercatori, donne soprattutto, che a più riprese l’hanno interpellata, purtroppo solo negli ultimi anni. Secondo me però non ha raccontato tutto, né a me né a loro. […] Nel 2017, infatti, […] nel consegnarle la medaglia del ministero della Difesa […] Lucia ha accennato a cose di cui non aveva mai parlato, almeno con me, e ho avuto finalmente la mia risposta. In sintesi, ha detto come la Resistenza le abbia cambiato la vita: ha messo in contatto lei, ragazza di paese povera e senza grandi opportunità, con persone che in circostanze normali mai avrebbe potuto incontrare. Ha fatto l’esempio di Primo Levi, conosciuto in Valle d’Ayas (e di come fosse triste in seguito rivederlo a Torino, sempre con gli occhi bassi, camminare rasentando i muri). Ha capito, dopo quell’esperienza, che non avrebbe più avuto soggezione di nessuno. Ed è stato così, sempre. Al massimo, si rivolgeva a volte a un interlocutore particolarmente meritevole di rispetto, o di essere tenuto a distanza, in italiano, almeno a inizio di frase. Ora lo so: era già prima coraggiosa, socievole, generosa, solidale, avventurosa e guascona ma essere partigiana le ha dato una consapevolezza e una sicurezza che sarebbero bastate per una vita”.

Erika Guichardaz, vicepresidente dell’Anpi Valle d’Aosta

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Anna Cisero, donna resistente.

11 Novembre 2019

Pubblicato su Patria Indipendente il 19 dicembre 2018.
http://www.patriaindipendente.it/il-quotidiano/la-ragazza-resistente-della-val-daosta/

anna_ciseroA un anno dalla morte di Anna Cisero Dati, donna resistente, un toccante omaggio è stato reso lo scorso 24 novembre nella sala Maria Ida Viglino (sede del governo e del Consiglio della Regione Valle d’Aosta) gremita di bandiere e di pubblico. A ripercorrere l’attività e il costante impegno sociale di Anna Cisero, sono stati gli interventi del presidente del Consiglio Valle, Antonio Fosson, del presidente dell’Anpi Valle d’Aosta, Nedo Vinzio, di Paolo Momigliano Levi, ricercatore dell’Istituto storico della Resistenza, di Carla Nespolo, presidente nazionale dell’Associazione dei partigiani, moderati da una commossa Erika Guichardaz, vicepresidente dell’Anpi Valle d’Aosta. Ma anche le voci delle nipoti Giulia e Alice Sartore, Sara e Martina Pirozzolo, le video interviste di Francesca Schiavon e Stefano Viaggio. Emozionanti i canti “Fischia e il vento”, “Chant des Partisans”, “Oltre il ponte” e “Bella ciao” interpretati dai Trouveur Valdotèn con Alberto Visconti, colonna sonora della serata.

Ha vent’anni Anna Cisero Dati quando entra nella Resistenza (era nata a Mortafia, nell’astigiano, il 26 luglio 1923), aderendo al 13° Gruppo Emile Chanoux che, al comando di Sergio Gracchini, opera a Trois-Villes sull’alta collina di Quart. Infiltratasi nelle strutture nazifasciste, in qualità di impiegata civile presso la Caserma Testafochi di Aosta, riesce a far pervenire al suo comando informazioni, medicinali, armi e munizioni. Staffetta preziosissima e incurante dei pericoli, cura personalmente i collegamenti con il suo gruppo. Il 29 agosto 1944 è arrestata dalla polizia nazista. Dopo qualche giorno trascorso nelle carceri di Aosta (sottoposta, senza esito, a stringenti interrogatori) viene a un certo punto messa per alcune ore innanzi a un plotone di esecuzione in attesa di fucilazione e poi, a settembre, trasferita nel carcere Le Nuove di Torino. Qui, in un primo tempo, è destinata alla deportazione in Germania, ma, successivamente, è liberata. Ritornata in Valle d’Aosta, sentendosi in pericolo, fugge nell’astigiano, rifugiandosi presso la sua famiglia di origine.

Nel mese di gennaio 1945  è nuovamente in Valle. Al suo arrivo apprende che alcune persone infiltratesi nella questura di Aosta, dopo aver provveduto a fare sparire il suo fascicolo personale e ogni prova di appartenenza alla Resistenza, sono pronti ad agevolare il suo inserimento come “talpa” hardaznelle strutture della Rsi. Anche questa volta Anna aderisce al richiamo della Patria ed entra nelle fila della Squadra di Azione Patriottica, (SAP Giorgio Elter), operando ad Aosta sino al 28 aprile 1945. Lavorerà poi per qualche tempo in questura a fianco di Luigi Ravenni, il questore della Liberazione. Partecipa attivamente alla ricostruzione dei villaggi di Trois-Villes, saccheggiati e incendiati il 23 Agosto 1944 dai nazifascisti; in seguito, fino al 1954, è al fianco del colonnello Octave Bérard all’ufficio locale dell’Assistenza post-bellica.

Anna_Cisero_Dati

Nel 1955 Anna Cisero assume la segreteria del Comitato Anpi Valle d’Aosta, dedicandosi all’espletamento delle pratiche per i riconoscimenti partigiani; segue la costruzione e l’inaugurazione di cippi, lapidi e monumenti dedicati ai caduti partigiani e civili della Resistenza valdostana; cura le iniziative a carattere sportivo dell’Anpi-Elter e quelle a carattere ricreativo; per oltre 50 anni sarà un punto di riferimento attivo dell’Associazione valdostana, il motore propulsore della segreteria e, senza mai risparmiarsi e nulla chiedere, reggendo in prima persona l’amministrazione del sodalizio, mantiene i rapporti con i combattenti iscritti e le loro famiglie; cura personalmente l’organizzazione delle commemorazioni della Resistenza e le celebrazioni del 25 aprile della Regione. Legatissima alla sua Valle, Anna Cisero si è occupata di diverse iniziative a carattere sociale e a favore della promozione dei diritti delle donne e dei lavoratori. Nel 2010 riceve l’onorificenza di Chevalier de l’Autonomie; nel 2012, l’Ufficio di presidenza del Consiglio Valle, le aveva assegna una menzione speciale nell’ambito del premio internazionale “La Donna dell’Anno”; nel 2013 è nominata Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Paolo Momigliano Levi, parlando di lei, mette in luce i tratti caratterizzanti della sua personalità: il coraggio di portare armi e munizioni ai suoi compagni; di favorire l’evasione dei soldati dalla scuola militare alpina e di affrontare duri interrogatori; la pietà per le vittime della guerra (vedove, orfani, reduci dai campi di concentramento, soldati feriti o mutilati, abitanti di villaggi distrutti dalle rappresaglie) che la spinge a prodigarsi per alleviare questo cumulo di sofferenze; il forte senso di giustizia che la porta ad aiutare gli operai in sciopero; a lavorare per l’Udi, battendosi per i diritti delle donne e organizzando colonie per i figli degli operai e, infine, il valore per l’amicizia che la sollecita sia ad assistere alla compilazione delle pratiche dei partigiani sia a condividere con loro le gioie e le delusioni per una società che si allontana sempre più dai valori della Resistenza.

Da sinistra: Nedo Vinzio, Presidente Anpi della Valle d’Aosta; Antonio Fosson, presidente del Consiglio regionale della Valle d’Aosta; la presidente nazionale Anpi, Carla Nespolo; la vicepresidente Anpi della Valle d’Aosta, Erika Guichardaz.

Da sinistra: Nedo Vinzio, Presidente Anpi della Valle d’Aosta; Antonio Fosson, presidente del Consiglio regionale della Valle d’Aosta; la presidente nazionale Anpi, Carla Nespolo; la vicepresidente Anpi della Valle d’Aosta, Erika Guichardaz.

Anna, dopo 50 anni, ha passato il testimone ai giovani, avendo fiducia che questi mantengano vivi e pratichino gli ideali che avevano ispirato lei e i suoi compagni, e lasciandoci in eredità queste parole: “Durante la mia adolescenza ho sempre desiderato avere un fratello, a 20 anni d’un tratto ho scoperto che ne avevo un centinaio. Ci sentivamo tali perché, dopo l’8 settembre 1943, avevamo tutti dovuto prendere una decisione importante che cambiò le nostre vite. Allora la mia vita è cambiata quasi improvvisamente, come per molti di questi ragazzi. Prima non avvertivo la gravità di ciò che capitava intorno a me; giovane, educata nel torpore del fascismo, come tanti ragazze e ragazzi della mia generazione, la guerra, specie quella che veniva combattuta sugli altri fronti, mi giungeva come un’eco non tragica. Ma quando ho visto, nel maggio del 43, ad Aosta i pochi reduci Alpini del Battaglione Cervino tornare dal fronte russo, irriconoscibili, ho capito cos’era la guerra. Non potevo accettare l’offesa che il fascismo faceva agli esseri umani. Mi sono ribellata. Ho trovato in questi fratelli partigiani una fede, una solidarietà, e una responsabilità comune: la lotta per un bene che era per tutti, non solo per noi. Volevamo tutti le stesse cose: il rispetto della libertà, lavoro per tutti, poter migliorare il tenore di vita con il miglioramento dei salari. Tante altre cose ancora che ci facevano parlare, discutere e sognare. Sognavamo, ma dopo non è successo quello che noi pensavamo. Dopo la guerra è cresciuto per molti di noi l’impegno politico. Volevamo cambiare le cose, avevamo delle ottime idee, se solo avessimo potuto realizzarle come volevamo.”

Foto di gruppo per l’iniziativa in ricordo di Anna Cisero Dati.

Foto di gruppo per l’iniziativa in ricordo di Anna Cisero Dati.

Carla Nespolo concludendo la serata ha sottolineato l’impegno civile di una ragazza di famiglia che poteva vivere tranquilla e invece ha scelto di mettersi in tasca delle bombe, sottratte dalla caserma, rischiando la vita. “È a donne come Anna che dobbiamo il concetto di Patria. Alcide De Gasperi, nel suo famoso discorso di Parigi, ricorda come il governo fascista per quattro anni era stato alleato dei nazisti, ma rimarcò che l’Italia aveva avuto una delle più grandi resistenze d’Europa. Per questo, chi oggi si riempie la bocca della parola Patria e poi fa il saluto romano dimentica che è stata la Resistenza che ha salvato davvero l’onore dell’Italia”.

Erika Guichardaz, vicepresidente dell’Anpi Valle d’Aosta