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Lucia Bertolin “Ninfa”, la ragazza partigiana

19 Gennaio 2020

Pubblicato su Patria Indipendente il 20 dicembre 2019.
https://www.patriaindipendente.it/ultime-news/lucia-bertolin-ninfa-la-ragazza-partigiana/

Lucia Bertolin durante la Resistenza

Un toccante omaggio ad un anno dalla morte di Lucia Bertolin, ragazza partigiana, è stato reso sabato 9 novembre 2019 nella sala gremita di pubblico a Le Murasse di Verrès.

A ripercorrere l’attività nella lotta di Liberazione e il costante impegno sociale di Lucia Bertolin, sono intervenuti il sindaco di Verrès, Alessandro Giovenzi, la vicepresidente dell’Anpi Valle d’Aosta, Erika Guichardaz, la ricercatrice Antonella Dallou e la figlia di Lucia, Rosina Necer, moderati dalla presidente dell’Anpi di Issogne, Lorena Borettaz.

Ad arricchire la serata l’esposizione della mostra “Le nostre Brigate” con l’aggiunta di un pannello sulla partigiana “Ninfa”, la lettura da parte delle pronipoti, Alice e Greta Giglio, di alcuni racconti dell’esperienza resistenziale trascritti dalla figlia, la proiezione di tre video: un’intervista del 2013 scaricabile da Youtube (https://www.youtube.com/watch?v=ddL5noxMrYE), la consegna della medaglia della Liberazione e il montaggio della commovente lettura della piccola Margherita Marini del racconto “L’inverno di Lucia”, scritto ed illustrato da Rosina Necer. Emozionanti i canti di Resistenza, armonizzati e interpretati con la solita bravura dal Coro Bajolese e la presenza del partigiano della formazione combattente di Lucia, Aldo Dublanc, “Tigre”.

Sala gremita a Verrès per il ricordo di “Ninfa”. In piedi il partigiano “Tigre”

Lucia Bertolin nasce a Verres, il 15 giugno 1923 da Vittorio e Costanza Pidello.

Lavora come infermiera presso l’Ospedale Mauriziano di Aosta e poi alla “Guinzio & Rossi” di Verrès e, anche grazie al proprietario della fabbrica, inizia la sua militanza nella Resistenza valdostana. Presta soccorso e cura ai partigiani malati o feriti e con coraggio spesso si espone a rischi e pericoli.

Entra a far parte della 176 ª Brigata Garibaldi con il nome di battaglia “Ninfa”. Sarà una delle poche donne ad ottenere dallo Stato italiano il riconoscimento di partigiana.

Durante la guerra conosce Giuseppe Necer, il partigiano “Guida”; si sposeranno e avranno due figli. Vive a Torino e poi ad Alagna Valsesia fino alla fine dei suoi anni, ma ha la Valle d’Aosta nel cuore. È sempre disponibile a testimoniare per non dimenticare il sacrificio e le imprese compiute da donne e uomini che come lei hanno lottato per conquistare la libertà, nella speranza di costruire un mondo migliore per tutti.

Non meno importante è la sua continua dimostrazione di solidarietà nei confronti delle persone in difficoltà vicine e lontane attraverso semplici e concreti gesti quotidiani.

Dopo aver curato il marito per oltre 10 anni, vive le grandi pene di mamma quando la stessa malattia porta dolorosamente il figlio alla morte.

Una foto recente di Lucia Bertolin

Nel 2008 le è conferita la medaglia d’oro della Regione Valle d’Aosta. Nel 2014 le è consegnata dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio Valle la menzione speciale durante la cerimonia del premio “Donna dell’anno”. Nel 2017 riceve dal prefetto di Vercelli la medaglia della Liberazione del ministero della Difesa.

La figlia, parlando di lei, ha messo in luce i tratti caratterizzanti della Lucia madre, donna e partigiana, regalando ai convenuti uno splendido spaccato di quella vita dedicata agli altri, in cui tutti si saranno un poco riconosciuti: vuoi per l’ospitalità, per il coraggio o per l’umiltà che sempre dimostrava.

Foto di gruppo alla commemorazione di “Ninfa”

Ecco alcuni passi del suo intervento alla commemorazione: “Perché siamo cresciuti e vissuti, mio fratello ed io, con la consapevolezza che non ci appartenesse, così come non apparteneva a mio padre. Le estati nella baita del prozio ad Alagna, senz’acqua corrente e con il gabinetto esterno, duravano da giugno all’inizio della scuola ed erano un susseguirsi di visite e soggiorni di cugini, a volte zii, vicini di casa torinesi, gitanti da Verrès che andavano in montagna con papà. A lei sembrava del tutto naturale, anche se non doveva essere facile. […] Si condivideva quel che c’era, si collaborava. Noi figli e nipoti eravamo richiamati all’ordine quando non davamo una mano. A Torino invece i parenti venivano soprattutto per motivi di salute. […] È normale darsi una mano, nelle famiglie, ma a casa nostra ci si prendeva proprio cura al 100% della pratica, e non la si mollava fino alla fine. Si stabilivano e si rafforzavano così legami, in cui la parentela era solo una casualità iniziale. Lo stesso valeva infatti per vicini di casa e conoscenti valsesiani. Mi sono chiesta spesso se fosse già così: solidale, accogliente, coraggiosa e un po’ guascona prima dell’esperienza partigiana. E non avevo una risposta certa. Quand’ero piccola, a Torino conosceva poca gente con cui parlare e così mi raccontava episodi del periodo all’ospedale di Aosta, della sua infanzia ma soprattutto della guerra e della Resistenza. Mi pareva allora che avesse vissuto da ragazza in un lungo film di avventura. In seguito mi ha stupito capire che si trattava di pochi anni. […] Con l’età, lei aveva continuato a seguire gli eventi politici ma raccontava meno. Intanto il ’68 aveva coinvolto anche me. […] Non le chiedevo più della sua esperienza ma di venire con me alle fiaccolate del 24 aprile o ai concerti della Corale Universitaria. E lei ci veniva. Quando sono iniziate le ricerche sulla storia delle donne era già piuttosto avanti con gli anni. Nessuno l’ha cercata per molto tempo: viveva in un’altra regione e non si sarebbe mai fatta avanti da sola. Mi sono laureata in storia contemporanea con Guido Quazza e Liliana Lanzardo ma non avrei scritto una tesi su mia madre […] e non penso avrebbe accettato. Avevo un gran bisogno di rendermi autonoma da lei. Ero cresciuta tra coetanei che mi invidiavano una madre così, ma non si rendevano conto che può essere difficile misurarsi con un modello del genere. Non fai mai abbastanza, non sei mai all’altezza. Tempo fa ho deciso di mettere per iscritto i ricordi che avete sentito perché temevo si perdessero; non ne era entusiasta, tanto che mi ha proibito di far girare o pubblicare i testi prima della sua morte. Ha collaborato invece con piacere con tutti i ricercatori, donne soprattutto, che a più riprese l’hanno interpellata, purtroppo solo negli ultimi anni. Secondo me però non ha raccontato tutto, né a me né a loro. […] Nel 2017, infatti, […] nel consegnarle la medaglia del ministero della Difesa […] Lucia ha accennato a cose di cui non aveva mai parlato, almeno con me, e ho avuto finalmente la mia risposta. In sintesi, ha detto come la Resistenza le abbia cambiato la vita: ha messo in contatto lei, ragazza di paese povera e senza grandi opportunità, con persone che in circostanze normali mai avrebbe potuto incontrare. Ha fatto l’esempio di Primo Levi, conosciuto in Valle d’Ayas (e di come fosse triste in seguito rivederlo a Torino, sempre con gli occhi bassi, camminare rasentando i muri). Ha capito, dopo quell’esperienza, che non avrebbe più avuto soggezione di nessuno. Ed è stato così, sempre. Al massimo, si rivolgeva a volte a un interlocutore particolarmente meritevole di rispetto, o di essere tenuto a distanza, in italiano, almeno a inizio di frase. Ora lo so: era già prima coraggiosa, socievole, generosa, solidale, avventurosa e guascona ma essere partigiana le ha dato una consapevolezza e una sicurezza che sarebbero bastate per una vita”.

Erika Guichardaz, vicepresidente dell’Anpi Valle d’Aosta

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per un 8 Marzo Resistente – presentazione del libro “La scelta di Lea”

2 Marzo 2015

 

Anpi Valle d’Aosta, Libera VdA, Zonta Club, Amici Tour de Villa e il Comune di Gressan invitano la popolazione a partecipare alla presentazione del libro “La scelta di Lea” di Marika Demaria, edito dalla Melampo, DOMENICA 8 MARZO ALLE ORE 17 presso il castello “La Tour de Villa” di Gressan.


Dopo aver collaborato per anni in diverse testate valdostane, Marika Demaria dal 2010 lavora per la redazione del mensile “Narcomafie ” a Torino, fondato da don Luigi Ciotti. Per il mensile ha seguito, tutte le udienze del processo di primo e secondo grado del processo per la morte di Lea Garofalo. E’ referente regionale di Libera Valle d’Aosta.


Il libro è una restituzione della vicenda umana e processuale della testimone di giustizia assassinata nel 2009
. La presentazione sarà intervallata da letture di Barbara Caviglia; modera Beatrice Caddeo, giovane attivista nell’Anpi VdA e in Libera VdA.

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Comunicato stampa: preoccupazione dell’ANPI

3 Novembre 2014

Il Comitato A.N.P.I. Valle d’Aosta esprime sincera preoccupazione di fronte al fatto che un rappresentante politico della massima istituzione democratica della Città di Aosta, capoluogo di una regione insignita della medaglia d’oro della Resistenza, manifesti pubblicamente, forse con eccessiva leggerezza, il proprio “piacere” al ricordo di una ricorrenza, il 28 ottobre 1922, che evoca un passato tutt’altro che glorioso.

L’evento commemorato, la marcia su Roma, viene considerato il simbolo dell’avvio del ventennio fascista, origine, semmai, di guerre, stragi brutali anche di popolazioni inermi, miseria, ferite non ancora rimarginate e di umiliazione per il nostro paese.

Ci auguriamo che da parte dell’Assessore comunale Andrea Paron, persona sicuramente intelligente e consapevole del suo ruolo istituzionale, onde fugare ogni ingiusto sospetto di deriva nostalgica, almeno alle famiglie dei partigiani, dei militari e dei civili caduti in nome della libertà, a partire da Emile Chanoux, vengano rivolte doveroso scuse

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Domenica 26 ottobre a Chesod (Antey-Saint-André) per ricorda i combattimenti dalla 101^ Brigata Marmore

23 Ottobre 2014

Il Comitato valdostano dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia organizza per domenica prossima 26 ottobre a Chesod la cerimonia di commemorazione dei combattimenti sostenuti dalla 101^ Brigata Marmore.

Nel Cuore stesso della roccia ha trovato spazio il monumento di Chesod, nella Valtournenche, di cui é autore Sergio Canavese.

La cerimonia commemorativa inizierà alle ore 11.00 con la deposizione della corona, la messa e il discorso commemorativo tenuto del Senatore Cesare Dujany.

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“Lola e i caduti del 16 ottobre” – Villeneuve

15 Ottobre 2014

Ritrovo alle ore 10 di giovedì 16 ottobre all’entrata est del borgo di Villeneuve

Il prossimo appuntamento, inserito nel calendario degli appuntamenti del Comitato del 70°, organizzato dalla nostra associazione sarà il 16 ottobre a Villeneuve per ricordare la trucidazione di “Lola” in collaborazione con l’Assessorato Istruzione e Cultura, i Comuni di Villeneuve, Saint-Vincent, Malnate, Induno Olona, le rispettive ANPI e l’Istituzione Scolastica Maria Ida Viglino.

La commemorazione prenderà avvio dal parcheggio dopo il ponte dell’entrata est del borgo di Villeneuve (a rettifica di quanto comunicato nel precedente comunicato) alle ore 10 e proseguirà presso il cimitero di Villeneuve, luogo dove 68 anni prima venivano portati di fronte al plotone d’esecuzione e fucilati dai militi del battaglione IX settembre Lola, la staffetta e guida partigiana, e il gruppo di comunisti (Ferdinando Giolli, Emilio Macazzola, Gianni Pavia e Raimondo Lazzari) provenienti dai campi d’internamento in Svizzera e destinati alla banda partigiana di Cogne. Solo Raimondo Lazzari sfuggirà fortunosamente alla morte grazie alle cure prestate da Sofia e Ada Cossard e all’intervento dei giovani partigiani di Cogne che, rischiando la vita, scesero a recuperare Lazzari.

Durante la commemorazione interverranno i sindaci e l’assessore Emily Rini, mentre i bambini della scuola primaria di Villeneuve e i ragazzi delle scuole secondarie di Malnate cureranno alcune letture. La cerimonia si concluderà con la voce di Maura Susanna.

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Settimana ricca di appuntamenti. Dopo Molère è la volta di Saint-Pierre, Charvensod, Aosta e Amay.

5 Settembre 2014

Domenica 31 agosto  a Molère (Valsavarenche) la nostra associazione ha organizzato la commemorazione in ricordo dell’episodio in cui si manifestò tutta la barbarie dei nazi-fascisti. Come da programma prima della Santa Messa sono stati deposti dei mazzi di fiori alle croci, lungo la strada regionale, in ricordo dei caduti. A seguire, alle ore 11, la deposizione della corona da parte dell’Assessore regionale all’Istruzione e Cultura Emily Rini e del sindaco Giuseppe Dupont e la messa tenuta da don Bois davanti ad uno dei monumenti ai partigiani più suggestivi progettato da Rolando Robino.

Come sempre una meravigliosa predica del parroco che quest’anno ha sottolineato come “Fa più rumore un albero che cade che un’intera foresta che cresce e davanti ai nomi di quei caduti tutti noi dobbiamo essere quell’erba che inizia a crescere”.

Erika Guichardaz, responsabile organizzativo dell’Anpi, nel discorso commemorativo ha quindi ricordato come soprattutto a Molère non dobbiamo dimenticare l’impegno dei tanti civili che hanno perso la vita. Donne, bambini ed anziani spesso si sono travate e si trovano ad essere vittime innocenti.

 

Il Comitato valdostano dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ora è impegnato ad organizzare diverse iniziative per questo fine settimana:

Sabato 6 settembre  a Charvensod– Località Pont Suaz alle ore 17 Deposizione di una corona al cippo in ricordo dei giovani partigiani Giorgio Elter e Guido Saba al Pont-Suaz di Charvensod ed alle 18 presso lo Stabilimento Cogne Acciai Speciali un evento per ricordare i tanti dirigenti e operai che hanno dato il loro apporto alla Resistenza alla presenza delle più alte cariche della Regione e di Alessandro Pollio Salimbeni – Vice-presidente nazionale dell’ANPI e nipote del dirigente della Nazionale Cogne barbaramente ucciso dai nazifascisti

Domenica 7 settembre
a Saint-Vincent – Amay alle ore 10 ritrovo dei partecipanti davanti alla chiesa di Amay per la cerimonia commemorativa a ricordo dei combattimenti svoltisi nella zona, della cattura di Primo Levi e dei numerosi caduti. A seguire la Santa Messa, il corteo verso la cappella dei partigiani costruita negli anni cinquanta per volontà del comandante Edoardo Page, la deposizione di una corona e i discorsi commemorativi.
Nel pomeriggio il ritrovo è a Saint-Pierre –  Parco della Rimembranza alle ore 18 per la Santa Messa, la commemorazione dell’eccidio con deposizione di una corona ai piedi del monumento e il vin d’honneur. Sempre domenica 7 settembre è prevista la commemorazione della costituzione del distaccamento garibaldino Caralli all’alpe Valnera con partenza alle ore 9.30 da San Giacomo di Andrate.

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Due giornate per NON DIMENTICARE, sabato 23 a Cogne e domenica 31 agosto a Molère (Valsavarenche)

19 Agosto 2014

I prossimi appuntamenti in programma organizzati dalla nostra associazione sono i seguenti:

sabato 23 agosto nell’auditorium delle scuole di Cogne il Comitato del 70°, l’ANPI, l’AMC con il patrocinio del Comune di Cogne, della Cogne Acciai Speciali e della Rai Vda, a settant’anni di distanza, vogliono dedicare una giornata di riflessione all’esperienza di alcune repubbliche partigiane di Piemonte e Valle d’Aosta. (vedi invito alla fine del post)

domenica 31 agosto  a Molère (Valsavarenche) commemorazione in ricordo dell’attacco al presidio partigiano in cui i nazifascisti uccidono, massacrandoli, cinque giovani, incendiano il villaggio ed uccidono sulla soglia Pietro Carlin, ottantenne.



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Grande soddisfazione per la riuscita della commemorazione di Trois Villes

19 Agosto 2014

Il Comitato valdostano dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia esprime grande soddisfazione per la commemorazione di Trois-Villes che ha visto un’ottima partecipazione e contributi di grande rilievo, ringrazia le famiglie Tibone e Ponsetti che hanno contribuito fattivamente alla riuscita del pranzo conviviale e coinvolto moltissimi ragazzi durante la cerimonia ufficiale.

Commemorazione ANPI a Trois-Villes di Quart  – Nel 70esimo Anniversario Trois-Villes, 17 agosto 2014

Discorso ufficiale tenuto da Raimondo Donzel

Care e Cari partigiani e staffette, Caro Sindaco, Autorità politiche, cittadine e cittadini, chers amis valdôtains,
rinnovo un sentito e caloroso ringraziamento al Sindaco, all’Amministrazione di Quart e a tutta l’ANPI regionale che negli anni hanno sempre reso il dovuto omaggio alle vittime e favorito la memoria dei tragici avvenimenti che dal 17 al 23 agosto 1944, portarono alla distruzione dei villaggi di Trois-Villes, di cui oggi ricorre il 70esimo anniversario.

Un ringraziamento alle mamme, ai papà e ai nonni che hanno accompagnato qui i loro bimbi. Cari bambini oggi potete incontrare ancora dei partigiani che hanno vissuto direttamente la Resistenza, stringete loro la mano e quando sarete grandi ricorderete questo incontro!

L’Abbé Pramotton, cappellano di Nus, coraggioso protagonista di un tentativo di mediazione fra partigiani e repubblichini, annota sul suo diario: “Là in alto verso Trois-Villes una enorme colonna di fumo si innalza sempre più scura sempre più grande…. […] L’incubo (del coprifuoco) è durato dalle ore 10 del sabato alle 16 del mercoledì: esattamente 94 ore!”

94 ore di coprifuoco, terrore e rappresaglia, senza viveri e collegamenti, prigionieri nelle proprie case: vicende che oggi seguiamo alla TV, dove scorrono le tragiche immagini di Gaza, dell’Ucraina, dell’Iraq, della Siria. Per questo ricordiamo, perché sia ancora più forte l’impegno per la pace nel presente.

Ancora l’Abbé Pramotton, annotava: “Poche vittime tra i civili, nessuna tra i partigiani.” In guerra il peso della vita umana sembra mutare. I quasi 2000 morti di Gaza rischiano di diventare una statistica, o di non essere neppure classificati come in Iraq. Noi invece vogliamo che delle vittime innocenti si curi la memoria perché ogni vita ha pari dignità; i nomi sono frammenti di preziose esistenze spezzate, questi nomi sono i nomi di tutti coloro che cadono nel silenzio e nell’anonimato in ogni luogo del pianeta, e noi dobbiamo ricordarli questi nomi: Barrel Eusebio, Désandré Pietro, Foretier Dujon Tommaso, Martinet Roberto.
Un tributo di sangue e il terribile rogo delle case che gli abitanti di Trois-Villes, di Quart e di Nus non hanno mai dimenticato. Ma perché quel sacrificio non sia stato invano, non basta che quei nomi siano incisi sulla dura lapide; bisogna che siano scritti nei nostri cuori.

L’ANPI non è un’associazione di nostalgici. La sua azione che da subito si è contraddistinta per la partecipazione alla Consulta Nazionale dal settembre 1945 al giugno 1946, si cala tuttora nell’attualità e si apre sempre più alla collaborazione dei giovani per volontà degli stessi partigiani, che prima di lasciarci o perché fortemente provati dall’età hanno affidato loro il testimone di una incessante attività democratica dal 25 aprile 1945 ad oggi.

Le commemorazioni dell’ANPI non sono un raduno di reduci, anche se l’aspetto umano del rivedersi e dello stare insieme ricordando fatiche, tribolazioni, sofferenze, prima della grande vittoria finale ha una sua importanza, rafforzando il senso di una comunità le cui generazioni sono saldamente unite dalla condivisione degli stessi valori. Questi incontri non abbiamo timore di dire sono vere e proprie manifestazioni politiche (nel senso alto e positivo del termine) che, nel promuovere la memoria di quella grande stagione di conquista delle libertà che fu la Resistenza, mirano alla custodia e all’attuazione dei valori della Costituzione, quindi della democrazia e della libertà, al di là delle appartenenze politiche dei singoli associati, come avvenne nella lotta di liberazione al nazifascismo.
Una partecipazione politica attiva che nei settant’anni trascorsi dal 25 aprile si è sempre connotata per il rispetto e la difesa delle istituzioni democratiche, il contrasto della violenza e l’adesione al pacifismo: come nel novembre 1977 quando l’ANPI prese una posizione netta contro il terrorismo, dichiarando: “I Partigiani che hanno combattuto con le armi in pugno per sconfiggere il terrore fascista e nazista, per conquistare la pace, la libertà e la democrazia, esprimono tutta la loro esecrazione nei confronti di chi vigliaccamente colpisce inermi cittadini per seminare sgomento e rovesciare le istituzioni conquistate con tanti sacrifici dal popolo italiano.”

Un’azione politica costante ma nel quadro delle regole democratiche e proprio in difesa della Costituzione.

Oggi mi preme dunque richiamare l’urgenza dell’attenzione da parte dei cittadini valdostani e delle Istituzioni regionali di fronte alla Riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione. La Resistenza in Valle d’Aosta fu portatrice, in un complesso e articolato dibattito, contestualmente ai valori di libertà e democrazia anche di quello a noi tanto caro dell’Autonomia e del riconoscimento della nostra identità di popolo mortificata dal fascismo, attraverso intimidazione, repressione e volenza, e anche da una straordinaria capacità di propaganda del regime tale da attrarre a sé anche tante coscienze, che solo il disastro bellico riuscì a risvegliare.

Perché nuovamente le coscienze non siano assopite è bene che si segua con attenzione lo sviluppo delle riforme Costituzionali, perché l’obiettivo sia il rafforzamento della democrazia, del federalismo e dell’autonomia come volevano i padri fondatori della Repubblica. Deve essere chiaro che il neocentralismo burocratico/ministeriale non è la risposta ai problemi istituzionali ed economici del Paese; ma solo una più definita articolazione federalista dei poteri tra Comuni, Regioni e Stato può ridare slancio alla nostra organizzazione politica, economica e sociale, in linea con i grandi paesi democratici del mondo.

L’obiettivo principale è quello di discutere coi cittadini, nelle piazze e nelle manifestazioni della natura delle Riforme, di favorire partecipazione e coscienza democratica. Proprio come avvenne a partire dall’estate del 1943. Infatti, prendendo spunto da una considerazione di un oratore dell’ANPI, figlio di un partigiano, in occasione del ricordo della battaglia di Vertosan, in cui precisava che dal punto di vista militare non si era proprio trattato di una “Stalingrado”, riferendosi alla terribile battaglia dove i sovietici riuscirono ad avere il sopravvento sui tedeschi e gli italiani, imprimendo una svolta decisiva alle sorti del conflitto mondiale, ho fatto questa riflessione che lascio alla vostra attenzione: non ci fu qui sulle nostre montagne una “Stalingrado” ma quelle che io chiamerei tante piccole “stalingrado politiche”, in cui anche una parte di valdostani, nonostante gli assassini, le violenze, le distruzioni, il terrore, le torture, la fame, il freddo affermarono con forza la loro ribellione al regime fascista. Mussolini e i suoi seguaci non avevano solo perso la guerra ma avevano perso il consenso: era la fine della dittatura e dell’idea che un uomo solo possa governare il paese! Questa fu la vera sconfitta del regime fascista, al di là della débâcle bellica: la Resistenza intesa come ribellione del popolo alla dittatura!

Questo fu… e resterà il valore assoluto della lotta di Liberazione e della Resistenza! Per questo dobbiamo continuare difendere le Istituzioni repubblicane, la nostra Costituzione democratica e la nostra Autonomia speciale. Mai più una Trois-Villes! Mai più una guerra! Mai più una dittatura!

ANTIFASCISTI SEMPRE!

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Domenica 17 agosto a Trois-Villes di Quart

13 Agosto 2014

Domenica 17 agosto l’ANPI ricorda quanto avvenuto settant’anni fa. Il 23 agosto 1944, a seguito della cattura di due militari del posto di guardia di Nus e il ferimento di altri due, da parte dei partigiani della 13a banda Emile Chanoux, i villaggi di Trois-Villes vennero dati alle fiamme dai nazi-fascisti. Facendosi scudo della popolazione civile sequestrata dai villaggi sottostanti, i nazi-fascisti rastrellarono la zona di Trois-Villes, dove operava la banda: tra le fila partigiane furono in quattro a morire.

La commemorazione, organizzata in collaborazione con l’amministrazione comunale di Quart, inizierà alle ore 10 con un corteo dal piazzale della chiesetta di Trois-Villes verso il monumento partigiano dove si terrà la cerimonia ufficiale che prevede la deposizione della corona, i brevi saluti del sindaco di Quart Giovanni Barocco e del vicepresidente del consiglio regionale Andrea Rosset, il discorso commemorativo dell’ANPI sarà tenuto dal consigliere regionale Raimondo Donzel. Alla cerimonia parteciperà anche l’assessore regionale Luca Bianchi.

Quest’anno è inoltre previsto un pranzo ad offerta nel villaggio del partigiano Tibone. Per una migliore organizzazione è gradita la prenotazione al 329/5927651 (Mauro) o 347/1444029 (Erika – orario serale) entro mercoledì 13 agosto.

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Eventi e Commemorazioni di questo fine settimana

25 Luglio 2014

SABATO 26 LUGLIO – SAINT-NICOLAS alle ore 16 presso la cappella dei partigiani e alle ore 18 a Vens cerimonie di commemorazione, letture, canti in ricordo dei 70 anni dell’eccidio nazifascista del luglio 1944, nel corso del quale furono uccisi 16 tra partigiani della banda Vertosan e civili residenti nelle frazioni di Cerlogne e Vens, rastrellate e incendiate.

DOMENICA 27 LUGLIO – TERRE NOIRE la commémoration des fusillés de Terre Noire à partir de 11h , selon le programme habituel .La cérémonie sera présidée par Marcel  Rochaix , ancien résistant , président de l’ANACR Savoie . Diverses prises de paroles dont celle d’un représentant du Val d’Aoste , de l’ANPI , d’élus de Savoie et de l’ANACR se succéderont rythmées par les hymnes nationaux et les chants des partisans français et italiens.

L’eccidio di Saint-Nicolas si consumò il 30 luglio del 1944 al termine di una tragica giornata di scontri a fuoco innescati dall’attacco nazifascista contro la vasta area controllata dalla formazione partigiana Vertosan attorno a Saint-Nicolas: aspri combattimenti si susseguirono lungo le direttrici dell’avanzata nazifascista, prima con il bombardamento dell’abitato di Chaillod, quindi con il rastrellamento di Fossaz, infine a Cerlogne e a Vens, dove si consumarono gli atti conclusivi del massacro. Persero la vita 16 tra partigiani della banda Vertosan e civili residenti nelle frazioni di Cerlogne e Vens, rastrellate e incendiate. Per ordine dei tedeschi, i corpi dei caduti rimasero insepolti per quattro giorni.

 

SABATO 26 LUGLIO – SAINT-NICOLAS

La cerimonia commemorativa organizzata dall’ANPI in collaborazione con l’APA e il Comune di Saint-Nicolas per sabato 26 luglio inizierà alle ore 16.00 con la Santa Messa nella cappella che ricorda i partigiani caduti. Seguiranno la deposizione delle corone, il saluto del sindaco Davide Sapinet e il discorso commemorativo del Senatore Cesare Dujany, presidente dell’APA.

Alle ore 18 la cerimonia proseguirà a Vens dove all’ufficialità del momento commemorativo (in cui prenderà la parola la consigliera Patrizia Morelli, verranno deposti una corona alla croce commemorativa e dei fiori al cippo in ricordo di Oreste Junod). si è voluta affiancare un’iniziativa collaterale atta a approfondire, diffondere e mantenere viva la memoria degli eventi che hanno segnato la comunità di Saint-Nicolas e i partigiani della banda Vertosan.

Il programma, di cui locandina allegata, prevede alcune letture, tra cui alcune inedite tratte dalle memorie di Fernando Bertolo, partigiano dalla Vertosan, fatte da Nadia Savoini e dalla figlia Liliana Bertolo, canti resistenti da parte di Giorgio Pilon accompagnato da Marco Padrin (armonica) e da Franco Zampese (basso elettrico), Roberto Contardo e i Trouveurs Valdotains. Non sarà invece possibile ascoltare la testimonianza di Giulio Mestieri, partigiano della banda, in quanto convalescente.

A seguire è prevista la cena al ristorante “Vagneur” che l’associazione ringrazia per la grande disponibilità e collaborazione dimostrata.

 

DOMENICA 27 LUGLIO – TERRE NOIRE

Dimanche 27 julliet on ira à Terre Noire pour la commémoration des fusillés de Terre Noire qui partira de 11h , selon le programme habituel .

“Dans la nuit du 22 au 23 août 1944, l’abbé Georges Muyard, pionnier et héros de la Résistance, était emmené en otage par les Allemands se repliant vers l’Italie, avec 16 jeunes de Moûtiers et 4 de Pomblière Saint Marcel. Viendront s’ajouter, au cours de la route en direction du Petit Saint Bernard, trois habitants de Bourg Saint Maurice, deux de Séez et un de Bozel. Monseigneur Terrier, l’évêque de Tarentaise, monté à vélo jusqu’à Bourg Saint Maurice, tentera une dernière médiation mais sans réussir à voir les otages et donc sans résultat. Les otages ont été assassinés, probablement le 23 ou le 24 août, à Terre Noire, en Val d’Aoste. Les corps, regroupés dans deux charniers, seront retrouvés le 21 juillet 1945. La sépulture des martyrs eut lieu le 28 juillet 1945 en présence d’une foule impressionnante. Ce fut l’hommage solennel de toute la vallée. Dans le cimetière de Moûtiers, un monument a été élevé à leur mémoire; les corps de la plupart d’entre eux reposant désormais au pied de ce monument. Celui-ci est dominé par un grand V qui enserre une Croix de Lorraine; il a été inauguré le 1er septembre 1946. “

(27 corps ont été retrouvés à Terre Noire, répartis en deux charniers. Un 28ème corps a été retrouvé à environ un kilomètre du Col du Petit Saint Bernard. 16 habitaient Moûtiers. La moyenne d’âge est de 24 ans).1ère fosse : Hôtelier Marc, 43 ans. Carron Jean, 21 ans. David Olivier, 21 ans. Minighetti René, 20 ans. Jaillette Auguste, 20 ans. Bonnefond Jean, 34 ans. Miédan Charles, 18 ans. Mérendet Louis. Bottana Lucien, 18 ans. Magnani Alvaro, 19 ans. Abbé Muyard Georges, 33 ans. Pollin Louis, 33 ans. Utille Fernand, 31 ans. Resler François, 23 ans. Jorioz Pierre, 17 ans. Simon Jean, 20 ans. Capra Jean, 19 ans. Anselmet Paul, 19 ans. Rosso Jean, 29 ans. 2ème fosse : Moret Alphonse, 38 ans. Penec René, 32 ans. Orsat Jean, 24 ans. Bassani Marius, 21 ans. Hernandez Michel, 25 ans. Girod-Roux Camille, 18 ans. Lathuile René. Bianchi Jean, 25 ans.Enterré à 1 km du col: Chapuis François, 20 ans.

La cérémonie sera présidée par Marcel Rochaix , ancien résistant , président de l’ANACR Savoie.  Diverses prises de paroles dont celle de Fabrizio Roscio, représentant du Conseil régional de la Vallée d’Aoste, Nedo Vinzio, vice président de l’ANPI, d’élus de Savoie et de l’ANACR se succéderont rythmées par les hymnes nationaux et les chants des partisans français et italiens