Profondo cordoglio per la morte dei partigiani Feder Agostino e Arco Cesare della banda Lexert

22 Agosto 2014 Lascia un commento »

L’ANPI esprime profondo cordoglio per la morte dei partigiani Agostino Feder e Cesare Arco.

Sabato e domenica la nostra associazione renderà l’estremo saluto agli ex-partigiani.

Feder Agostino “Gustin”, nato a Lonigo in prov. di Vicenza il 9 gennaio 1926, residente a Quart, appartenne alla banda Emile Lexert dal 15 giugno 1944, al 4 novembre 1944 e nuovamente dal 19 marzo 1945 al 15 maggio 1945. Tra le sue azioni viene ricordata la partecipazione all’interruzione della Mongiovetta, nell’agosto 1944 (6 e 7 agosto). Questa impresa, alla quale parteciparono almeno 260 partigiani di varie formazioni valdostane, provocò l’interruzione della statale e anche della via ferroviaria.

Il giudizio del Comandante riporta: “Ottimo elemento”.

La direttrice dell’Istituto Storico della Resistenza e Società Contemporanea ricorda che “per lui la Resistenza fu un punto fermo. Lo sentii qualche mese fa al telefono e mi ricordava le conversazioni che faceva con una sua parente partigiana sulla vita in banda, sugli ideali in cui ha sempre creduto, sull’unione della banda, banda alla quale era legato moltissimo.” Piergiorgio Betti, giornalista che ha dedicato molti libri alla banda, non dimentica come “dopo la guerra, molti della Lexert andavano nel suo locale a mangiare, a sottolineare un’unione che sempre durò.”

Arco Cesare “Cece”, nato a Igliano (Cuneo) il 6 giugno 1926. Risulta entrato in banda 183^ il 15 giugno 1944 e a partire dal 22 febbraio 1945 svolge il compito di intendente. Ha partecipato a tutte le azioni della banda. Il giudizio del comandante: Ottimo partigiano.

“Arco lavorava presso la Società Nazionale Cogne e non volendo rischiare di finire in Germania, pensa di andare in montagna con i partigiani. Nino Petroz gli suggerisce di unirsi ad altri giovani che si trovano nella sua condizione: si danno l’appuntamento al castello Duca degli Abruzzi (tra questi giovani vi è anche Brunier Maurizio) dove è organizzata una raccolta di giovani che vogliono passare alla Resistenza. Siamo a metà giugno 1944. Arco viene inviato alla Lexert (poi definita 183^) e ci rimarrà fino alla Liberazione. Nel settembre 1944, essendo stato inserito nel distaccamento di Giovanni Minuzzo, dopo un’azione contro i nazifacscisti sulla strada del col de la Seigne, segue il gruppo a Les Combes, ma in seguito ad un rastrellamento nazifascista, il gruppo è spinto oltre il confine (29 settembre 1944). I francesi sequestrano in parte le loro armi, li tengono imprigionati alcuni giorni li rinviano, quasi completamente disarmati, oltre il confine.” (testimonianza di Arco stesso, riportata da Betti in Quelli della Morgnetta).

Il giorno dell’attacco alla Morgnetta, Arco era uno dei 32 ragazzi della banda che i nazifascisti sorpresero la mattina del 22 febbraio 1945 nel casolare immerso nella neve . Arco fu forse il primo a scorgere i tedeschi, mentre era uscito dalla baita. Rientrato nella casa, avvertiti i compagni, inizia con gli altri l’estenuante difesa, sparando dalle finestre. Giornata che si concluse, come sappiamo, con cinque morti, cinque feriti e altrettanti congelati.

L’ A.N.P.I. rivolge sentite condoglianze a tutti i famigliari.

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