Archivio per ‘commemorazioni’ categoria
Warning: Use of undefined constant archives - assumed 'archives' (this will throw an Error in a future version of PHP) in
/home/blogs/html/wp-content/themes/anpi-gpark/archive.php on line
32
Warning: Use of undefined constant page - assumed 'page' (this will throw an Error in a future version of PHP) in
/home/blogs/html/wp-content/themes/anpi-gpark/archive.php on line
32
Warning: A non-numeric value encountered in
/home/blogs/html/wp-content/themes/anpi-gpark/archive.php on line
32
Warning: A non-numeric value encountered in
/home/blogs/html/wp-content/themes/anpi-gpark/archive.php on line
32
class="post-252 post type-post status-publish format-standard hentry category-comunicati category-manifestazioni tag-6205 tag-25-aprile tag-a-n-p-i tag-anpi tag-aosta tag-brissogne tag-champdepraz tag-commemorazioni tag-donnas tag-fenis tag-issogne tag-liberazione tag-memoria tag-pont-saint-martin tag-saint-marcel tag-saint-vincent tag-valle-daosta tag-vda tag-verres">
17 Aprile 2013
Anche quest’anno il Comitato valdostano dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia presenta un ricco calendario di commemorazioni, iniziative culturali e sportive, previste in diversi comuni della Valle, per celebrare la “Festa della Liberazione”, dedicando ampio spazio alla riflessione, alla cultura e ad iniziative sportive che vogliono anche essere un momento di aggregazione accanto ai momenti più commemorativi del 25 aprile.
Il 25 aprile cade in un momento di gravissima crisi e speriamo che questa Festa, celebrata in tantissimi Comuni della Valle d’Aosta rimetta in moto la speranza nel solco delle sue radici autentiche : Antifascismo e Resistenza
L’ANPI sarà in campo, e lavorerà a fianco delle cittadine e dei cittadini, per compiere questo decisivo percorso, con passione e rinnovata energia: l’ANPI è la forza dei suoi giovani, della sua nuova stagione per la democrazia.
Una stagione di piena e straordinaria Liberazione.
Queste iniziative sono il frutto di una fattiva collaborazione con la Presidenza della Regione, le varie amministrazioni comunali, l’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea in Valle d’Aosta, la fondazione Natalino Sapegno e l’Associazione UISP (Unione Italiana Sport per Tutti).
FESTA DELLA LIBERAZIONE 2013
CALENDARIO DELLE INIZIATIVE IN VALLE D’AOSTA
MORGEX
Mercoledì 8 maggio
Ore 18,00 – Tour de l’archet
Incontro organizzato in collaborazione con la Fondazione Sapegno con la staffetta partigiana e vicepresidente nazionale dell’ANPI, Marisa Ombra per discutere delle problematiche della libertà e dignità. L’incontro è sintetizzato nel messaggio che la scrittrice rivolge alle ragazze di oggi con il libro “Libere sempre” cercando di ritrovare emozioni, paure e desideri di quella ragazza del 1939, nella consapevolezza che essere giovani oggi non è molto diverso da averli avuti settant’anni fa e che anche i tempi di questa e quella gioventù hanno qualcosa in comune.
SARRE
Venerdì 19 aprile – Sarre
Ore 10,00 – chiesa di san Eustachio – Chesallet
Santa Messa presieduta da S.E. Mons. Vescovo di Aosta
Ore 11 – piazzale della casa parrocchiale di Chesallet
Deposizione di una corona alla targa commemorativa di don Duc e discorsi commemorativi
Ore 11,20 – monumento in memoria di don Duc e dei caduti di tutte le guerre
Deposizione di una corona e resa d’onori
AOSTA
Giovedì 25 aprile
Ore 09,30 – cimitero di Aosta
Deposizione di un mazzo di fiori sulla tomba di Orlando BEE, vicepresidente regionale dell’ANPI e brevi pensieri in sua memoria dei componenti della sezione di Aosta.
Ore 10,00 – cimitero di Aosta
Santa Messa al Sacrario e deposizione di un corona.
Ore 11,10 – giardino della Rimembranza di via Festaz
Deposizione di una corona al monumento dei Morts de la Liberté.
A seguire
Corteo verso piazza Chanoux, alzabandiera, discorsi celebrativi di un esponente del comune di Aosta e del sen. Umberto CARPI, componente del comitato.
Ore 17,00 – piazza Chanoux
Concerto della Banda Municipale di Aosta a ammaina bandiera.
Domenica 28 aprile
Ore 14,00 – casa di Babel in p.zza Chanoux
I partigiani ricordano il 28 aprile 1945 quando entrarono ad Aosta sollecitati da alcune letture curate dalla compagnia “Replicante teatro” in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea in Valle d’Aosta.
Giovedì 9 maggio
Ore 10,00 – biblioteca regionale
Incontro con alcune classi degli istituto superiori con le staffette partigiane Anna Cisero Dati e Marisa Ombra, vicepresidente nazionale dell’ANPI per discutere delle problematiche della libertà e dignità. L’incontro è sintetizzato nel messaggio che la scrittrice rivolge alle ragazze di oggi con il libro “Libere sempre” cercando di ritrovare emozioni, paure e desideri di quella ragazza del 1939, nella consapevolezza che essere giovani oggi non è molto diverso da averli avuti settant’anni fa e che anche i tempi di questa e quella gioventù hanno qualcosa in comune
SAINT-MARCEL e BRISSOGNE
Giovedì 25 aprile
Ore 10,00
Ritrovo dei partecipanti presso i rispettivi Comuni e deposizione delle corone ai Cippi dei Caduti.
Ore 11,00
Presso il Comune di Saint-Marcel i Sindaci daranno il loro benvenuto ai partecipanti. Seguirà un Rinfresco offerto dall’Amministrazione Comunale di Saint-Marcel.
Ore 12,30
Pranzo presso la trattoria “Come a casa” (ex bar Turismo) in Fraz. Prelaz di Saint-Marcel
Per prenotazioni pranzo chiamare entro il 22 aprile: Bionaz Piero tel 333 5099765, Blanc Cino tel 389 1621789, ristorante 0165 778789
FENIS
Giovedì 25 aprile
Ore 09,15 – località Chez Sapin presso il café Du Bourg
Ritrovo dei manifestanti con la banda musicale.
Ore 10,00
Messa in suffragio dei caduti
Benedizione monumenti guerre 1915/1918 e 1940/45
Discorso celebrativo tenuto dal Sindaco di Fénis, Giusto PERRON
Inni e canti eseguiti dal coro Saint Roch
Ore 13,00
Pranzo presso il ristorante “Lo Bistrot”
Per prenotazioni pranzo chiamare entro il 23 aprile al numero 389 1837254
SAINT-VINCENT
Giovedì 25 aprile
Ore 10,40
Raduno dei partecipanti davanti alla Chiesa.
Ore 11,00
Santa Messa nella chiesa parrocchiale
Deposizione corone ai monumenti ai caduti
Discorsi celebrativi
VERRES e MONTJOVET
Domenica 21 aprile
ISSOGNE
Ore 10.00 Partenza dal monumento ai caduti della 176^ BG per la PEDALATA DELLA MEMORIA (omaggio alle lapidi dei caduti sul percorso Issogne- Champdepraz-Montjovet)
MONTJOVET – area sportiva di località Berriat
Ore 11.30 Aperitivo con i partigiani e apertura dell’esposizione delle produzioni scritte ed iconografiche degli alunni
Ore 21.00 “L’ombra del fiore” – spettacolo teatrale e musicale a cura dei Replicante teatro accompagnati da Andrea Costamagna alla fisarmonica
Mercoledì 24 aprile
MONTJOVET – area sportiva di località Berriat
Ore 21.00 Presentazione, in anteprima, della pubblicazione curata da Silvia Berruto: “Guida ai musei della Resistenza e della lotta di Liberazione” frutto del lavoro della Commissione Scuola “Dolores Abbiati”dell’ANPI di Brescia.
Giovedì 25 aprile
VERRES
Ore 09.30 Torneo di calcio “25 Aprile” – squadre veterani in collaborazione con l’UISP Valle d’Aosta
Ore 10.00 Ritrovo in piazza Ospedale
Ore 10.30 Corteo preceduto dalla Filarmonica di Verrès e deposizione di corona al monumento ai caduti in piazza XXV Aprile
Ore 10.45 Piazza René de Challand
Saluto del Sindaco Luigi Mello SARTOR e discorso celebrativo tenuto dal consigliere regionale Raimondo DONZEL
MONTJOVET
Ore 12.00 località Berriat
Deposizione di una corona al monumento ai caduti con il saluto del Sindaco Rinaldo GHIRARDI
Ore 13.00 Pranzo sociale presso il ristorante “Napoleon”
Ore 14.30 Gara di palet: “Trofeo anniversario della Liberazione”
Prenotazioni per pranzo al tel. 333 4671228
DONNAS, PONT-SAINT-MARTIN e PERLOZ
Giovedì 25 aprile
DONNAS
Ore 09.00 Deposizione di una corona al monumento ai Caduti
PONT-SAINT-MARTIN
Ore 09.30 Ritrovo dei partecipanti presso la S.O.M.S.
Ore 10.00 Deposizione di corone ai monumenti ai Caduti
PERLOZ
Ore 11.15 Santa Messa nella chiesa parrocchiale
Ore 12.00 Deposizione corone e discorsi commemorativi
Ore 12.30 pranzo sociale presso l’osteria “Ca du For”
prenotazione entro lunedì 22 – tel. 347 5833243
Ore 16.00 spettacolo teatrale “L’altra storia”
Cento anni di vicende italiane (1848-1948) rivisitati attraverso
testimonianze e canti popolari a cura del Gruppo Teatro Angrogna |
Accompagneranno le cerimonie la Banda musicale di Pont-Saint-Martin e letture sulla Resistenza da parte di alunni dell’Istituzione Scolastica Mont Rose A”.
: Use of undefined constant archives - assumed 'archives' (this will throw an Error in a future version of PHP) in
: Use of undefined constant page - assumed 'page' (this will throw an Error in a future version of PHP) in
class="post-222 post type-post status-publish format-standard hentry category-manifestazioni category-orazioni tag-3968 tag-a-n-p-i tag-anpi tag-commemorazioni tag-raimondo-donzel tag-resistenza tag-trois-villes tag-valle-daosta tag-vda">
Sede del comando della 13a Brigata Chanoux a Fonteil de Trois-Villes
Commemorazione delle vittime della rappresaglia a Trois-Villes il 23 agosto del 1944
Trois-Villes, 19 aosto 2012
Care Staffette, Cari partigiani
Caro Sindaco,
Autorità religiose, civili e militari,
cittadine e cittadini,
chers amis valdôtains,
vi porgo il caloroso saluto di tutto il Consiglio regionale, e ringrazio sentitamente il Sindaco e l’Amministrazione di Quart, e il Presidente e l’ANPI regionale che negli anni hanno sempre reso il dovuto omaggio alle vittime e favorito la memoria dei tragici avvenimenti del 23 agosto 1944.
E’ con una grande emozione e commozione che prendo la parola a Trois-Villes, in un sito paesaggistico meraviglioso, ancor più apprezzabile in questa straordinaria domenica di sole che ci fa godere in tutta la sua bellezza la nostra magnifica Valle alpina. Siamo altresì davanti a uno dei più bei monumenti commemorativi della Resistenza, con la lapide posta nel ’54 e il complesso monumentale del ’64. E siamo di nuovo qui, a quasi settant’anni dai tragici avvenimenti dell’agosto ’44, innanzitutto perché non cada l’oblio sulle violenze del regime fascista, sulle atrocità della Repubblica di Salò e dell’invasione nazista e sulla “follia” e crudeltà della guerra. Una guerra mondiale, ma anche tra fratelli europei, tra fratelli italiani e francesi, anche tra fratelli di un stesso nucleo famigliare.
E se da una parte dunque si riaprono le ferite mai rimarginate di una guerra fratricida, e ancora rivive il dolore per la perdita di giovani vite e per i soprusi, le torture, le violenze e per le distruzioni, dall’altra non possiamo non sentire parimenti la gioia della libertà ritrovata e riconquistata.
E’ la nostra storia: una storia fatta di dolore e sofferenza che però ha portato, attraverso la lotta di Liberazione, ad una società, che pur con mille limiti e difetti, è democratica e libera, come mai è avvenuto nei 5.000 anni di storia universale dell’uomo.
Ma vi è anche una ragione personale ad accrescere la mia emozione e commozione. Sono infatti legato a questi luoghi dalle origini della mia famiglia per parte dei bisnonni materni. Mes racines s’enfoncent dans cette terre et s’étalent jusqu’ici.
Sin da ragazzino mi è giunta l’eco della vicenda terribile di Trois-Villes. Simbolo di tante altre sofferenze sparse in tutta Europa e nel mondo durante la seconda guerra mondiale e che continuano purtroppo non lontano da noi in questo momento in Siria o in Afghanistan e in tanta parte dell’Africa: guerre civili, guerre etniche, guerre separatiste, guerre religiose, che mascherano interessi di grandi gruppi economici e ingerenze non sempre finalizzate al bene comune anche da parte di grandi paesi occidentali liberi e democratici.
La verità non può mai esser sottaciuta; la libertà nella ricerca della verità, la pluralità delle opinioni, il confronto fra sensibilità diverse sono la forza della democrazia contro il pensiero unico del fascismo.
Guai a noi ad immaginare una storia celebrativa della Resistenza che nasconda i fatti, le ombre, gli errori; ma attenzione a non distorcere, sulla base di visioni parziali, il senso di un evento di indiscutibile portata mondiale quale fu la vittoria delle democrazie occidentali alleate con i sovietici sulle dittature nazista e fascista.
Non dobbiamo dunque nasconderci che la distruzione totale dei villaggi di Trois-Villes fu vissuta con molta amarezza dalla popolazione contadina, che anche nel dopoguerra non risparmiò le critiche alla condotta della banda partigiana, la 13a Brigata Chanoux, che operava al comando di Silvio in questa zona.
Ma ecco dunque il cuore del mio messaggio odierno per una profonda e sentita commemorazione del 23 agosto ’44: solo con la liberazione dal nazifascismo, solo con la libertà, solo con la conquista dell’Autonomia gli abitanti di Trois-Villes e noi abbiamo potuto liberamente esprimere il nostro sentire profondo; abbiamo potuto e possiamo gridare la nostra verità. Basta con i sabati fascisti, basta con l’obbligo della camicia nera, basta con le piazze gremite a forza o col timore del manganello e dell’olio di ricino o della perdita del posto di lavoro. Oggi chi è qui, lo è liberamente; e chi non è qui, perché ancora sente come una ferita aperta l’incendio di Trois-Villes, lo può fare in virtù della libertà che fu riconquistata. E come liberamente possiamo parlare, così liberamente si può fare ricerca storica. Trois-Villes fu dei fascisti, fu distrutta dai nazifascisti ma dopo la liberazione non fu dei partigiani: è dei suoi abitanti che, nelle forme democratiche previste dalla Costituzione, ne determinano il futuro. E consentitemi di dire che possiamo ammirare le splendide opere di bonifica del territorio e gli impianti di irrigazione che consentono l’utilizzo economico di questi difficili territori di montagna.
Durante il fascismo e durante la repubblica fantoccio di Salò, non c’erano libertà di parola, di pensiero, di ricerca; e neppure esisteva la nostra Regione Autonoma e la possibilità di studiare il francese a scuola e parlarlo per la strada con gli amici. Notre identité de peuple valdôtain venait d’être anéantie et elle ne se manifestait que dans la clandestinité. La nostra identità secolare di piccolo popolo francofono di montagna, insediato all’incrocio di tre grandi aree politico/culturali distinte, con cui abbiamo sempre mantenuto profondi e proficui contatti ma anche una evidente distinzione, era repressa e forzatamente asservita all’idea folle di un’astratta nazione e razza.
Dunque non vi sia nessun timore a ricordare che vi fu una trattativa, purtroppo fallita, fra il Maggiore repubblichino Manfredi e la banda partigiana 13a Chanoux nei giorni che precedettero il vile assalto alle case contadine, in violazione ad ogni norma e condotta di un esercito regolare all’interno del proprio paese. E che questa trattativa per la liberazione di due militi fatti prigionieri dai partigiani, non riuscendo a concludersi, fu interrotta anzitempo, prima dell’ultimatum delle ore 16 del 24 agosto, dall’attacco congiunto di reparti tedeschi, giunti probabilmente a vendicare una incursione nella Valpelline, e di militi repubblichini del Battaglione Montebello saliti da Nus e moschettieri delle Alpi saliti da Quart.
Nella vulgata del villaggio si affermò l’idea della eccessiva fermezza e durezza del comando partigiano. Non vogliamo certo negare questa versione dei fatti; è una parte fondamentale del racconto. Ma la storia non è fatta di se. Se i partigiani avessero ceduto, allora i villaggi non sarebbero stati bruciati. Se non si fosse opposta resistenza alcuna, non vi sarebbero state vittime. La storia racconta anche che molti ebrei tedeschi che non opposero alcuna resistenza al regine nazista furono barbaramente trucidati. Pertanto restiamo ai fatti, e proprio alcuni fatti vanno richiamati all’attenzione.
Senza aver la presunzione di tenere in una breve commemorazione una lezione di storia va ricordato il contesto storico. L’estate del ’44, con lo sbarco in Normandia del 6 giugno e l’avanzata sovietica ad est, suscita speranze straordinarie sulla imminente fine del conflitto. Ne sono testimonianza non soltanto l’attivismo partigiano in Valle d’Aosta, ad esempio la Valtournenche è tutta sotto il controllo dei partigiani di Tito; ma anche la rivolta di Varsavia, scoppiata il primo agosto che fu soffocata nel sangue dopo due mesi di battaglia, dove la popolazione civile schiacciata tra due fuochi visse l’inferno e fu poi deportata. La rivolta durò dal 1 agosto al 2 ottobre; costò ai difensori 15.000 morti, su 40.000 uomini dell’Esercito clandestino, e 200.000 furono le vittime fra il milione di abitanti di Varsavia. Uno sterminio. Anche la rivolta di Varsavia è una vicenda molto controversa, che resterà sempre oggetto di discussione nell’ambito della seconda guerra mondiale.
In quei giorni, il 19 agosto, arrivava anche la notizia dell’insurrezione di Parigi, dove il 24 entreranno gli Alleati.
In tutta Europa cresceva la ribellione al nazismo e al fascismo. Ma la guerra doveva durare ancora e a lungo. Tanto che proprio ad agosto il regime nazista accelerò la soluzione finale nei campi di concentramento e stermino. Milioni di uomini, donne, bambini di origine ebrea, ma anche popolazioni delle regioni orientali europee occupate ritenute “inferiori”, inclusi quindi prigionieri di guerra sovietici, oppositori politici, nazioni e gruppi etnici quali Rom, Sinti, Jenisch, gruppi religiosi come testimoni di Geova e pentecostali, e omosessuali, malati di mente, portatori di handicap furono condotti nelle camere a gas, nei forni crematori, nelle fosse comuni, nelle cataste da ardere.
Questo il quadro storico. Qui a Nus e Quart dove avvenne la tragedia, grazie all’autorevole testimonianza di Don Pramotton, mirabile figura di curato che si distinse in quei giorni per salvare la popolazione e alleviarne le sofferenze, possiamo capire chi si fronteggiava.
Egli dice espressamente del Maggiore repubblichino Manfredi ch’era furibondo, irragionevole, intrattabile. E quando il parroco arriva alla caserma a visitare i prigionieri dei fascisti sente le grida: “Cani di valdostani!”, e i colpi delle botte che si abbattono sulle vittime. “I prigionieri dei fascisti sono malconci e terrorizzati da far pietà a un cuore di pietra” puntualizza. Mentre visitando i due prigionieri nella mani dei partigiani, Don Pramotton afferma: “Essi mi incaricano di dire ai loro superiori che sono sempre stati trattati con tutti i riguardi dai ribelli.” Ma questo non bastava certo ai fascisti che impongono un durissimo coprifuoco: fino a 24 ore su 24, mettendo a repentaglio la vita di tutti e dei loro animali. Il Parroco chiede l’autorizzazione di portare latte almeno ai bambini. Don Pramotton afferma: “(il Maggiore) mi dà questa risposta che trascrivo letteralmente perché non venga dimenticata: – Crepino anche loro (i bambini) come tutti gli altri!”
Non siamo qui a celebrare le gesta di Davide contro Golia. Ma qualsiasi ricostruzione storica non può ignorare che nella tragicità del conflitto, con tutti i limiti e gli errori commessi e che non vanno sottaciuti, una parte, quella degli Alleati e della Resistenza, lottava per riportare la libertà e un’altra perseguiva un disegno mostruoso per il predominio di un uomo sull’altro e di una razza sul pianeta.
Mentre i repubblichini festeggiano, si contano i morti: sono per fortuna pochi dice il parroco che aveva visto con trepidazione insieme agli abitanti di Nus e di Quart alzarsi le terribili fiamme e le enormi colonne di fumo che avevano inghiottito i tre villaggi; ma un tributo di sangue che gli abitanti non hanno mai dimenticato e fanno bene a non dimenticare mai e noi dobbiamo contribuire a ricordare: Barrel Eusebio, Désandré Pietro, Foretier Dujon Tommaso, Martinet Roberto, perché il vostro sacrificio non fu invano. La lapide su cui sono incisi i vostri nomi non sarà cancellata finché l’ANPI e le Amministrazioni democratiche e i cittadini le renderanno il dovuto omaggio.
Anche Hiroshima e Nagasaki e la città di Dresda ci ricordano che la follia della guerra non risparmiò dagli errori neanche le truppe Alleate, in modo tragico come nella mancata trattativa di Trois-Villes. Ma solo la vittoria sotto le insegne della libertà ci permette di vedere oggi gli errori, col senno di poi, con la lucidità di chi sta in poltrona a fumarsi la pipa, di comprendere i limiti dell’umanità tutta. E consente di tracciare una nuova strada ai popoli liberi. Una strada difficilissima da percorrere proprio in questi tempi resi duri e “cattivi” da una crisi economica straordinariamente profonda.
Ritroviamo dunque nella libertà, grazie alla libertà, i valori della giustizia sociale e della solidarietà; la capacità di aiutarsi l’un l’altro come fece don Pramotton con la gerla in spalla girando tra le case la sera del coprifuoco a distribuire alla gente affamata un po’ di pane e della fontina che aveva mendicato nelle vie di Aosta.
Mai più una Trois-Villes. Mai più una guerra.
Per questo dobbiamo difendere le Istituzioni repubblicane, la nostra Costituzione democratica e la nostra Autonomia speciale.
E dichiararci senza esitazione alcuna:
ANTIFASCISTI SEMPRE!