Partire dalle autonomie locali per costruire un’Europa sociale

Aprile 12th, 2012 Nessun commento »

Venerdì 23 marzo l’ANPI della Valle d’Aosta, nella persona di Andrea Lamberti (membro del comitato regionale), ha partecipato al convegno dal titolo “Autonomia, democrazia, lavoro: idee forti per l’Europa”, svoltosi a Bolzano il 23 marzo, promosso dall’ANPI nazionale.

L’ANPI ritiene che costruire un’Europa sociale, fondata sui diritti, primo tra tutti il “lavoro”, sia indispensabile per portare avanti i valori di libertà e giustizia che hanno guidato la Resistenza. E’ però preoccupante il diffondersi in Europa di sentimenti razzisti e xenofobi, spesso uniti a rigurgiti neo-fascisti (si pensi ad esempio all’Ungheria). Le autonomie locali, da sempre laboratorio d’incontro tra culture differenti, possono essere la base per costruire un nuovo sentimento europeista, che sappia andare oltre la sola unità politica, apprezzabile ma insufficiente.

L’ANPI ritiene che parlare di Europa e Autonomia non sia contraddittorio, infatti Europa e Autonomia convivono in un sistema più ampio di relazioni che sono alla base di una convivenza pacifica. L’ANPI condanna invece il regionalismo e il particolarismo egoistici e chiusi rispetto al mondo esterno, incapaci di creare solidarietà e legami sociali, generatori di odio e intolleranza.

L’ANPI difende quindi con forza le autonomie locali, troppo spesso accusate di essere fonte di privilegi immotivati. L’ANPI considera l’autonomia, un modello fondato su una più profonda vicinanza al cittadino e al territorio e su una maggiore responsabilizzazione della politica. In questo, oltre che nella storia, l’autonomia locale trova la sua legittimazione.

Andrea Lamberti sottolinea: “ E’ importante portare avanti anche in Valle d’Aosta una nuova riflessione sul significato e il ruolo che devono avere oggi le autonomie locali. Stiamo attraverso un momento di radicale trasformazione degli assetti istituzionali, italiani ed Europei; non possiamo eludere il problema guardando al passato; un cambiamento oggi appare necessario, se non vogliamo esserne travolti dobbiamo saperlo guidare.”

Donne Resistenti | Anna Cisero Dati

Marzo 11th, 2012 Nessun commento »

UN 8 MARZO RESISTENTE

Marzo 6th, 2012 Nessun commento »

In ricordo di Aurora Vuillerminaz

Ottobre 16th, 2011 Nessun commento »

COMUNICATO STAMPA

Domenica 16 ottobre a Villeneuve le donne dell’ANPI hanno ricordato Aurora Vuillerminaz


Aosta, 16 ottobre 2011

Le donne dell’ANPI Valle d’Aosta ricordano di Aurora Vuillerminaz, giovane staffetta partigiana fucilata dai nazi-fascisti il 16 ottobre 1944.

Sara Timpano, la più giovane donna del comitato regionale dell’ANPI, commenta così quest’iniziativa: “In un momento in cui sono continuamente esibite come modelli donne senza particolari qualità, competenze o meriti, se non quelli derivati dall’avvenenza, riteniamo ancora più importante ricordare Aurora Vuillerminaz e con lei le tante donne che hanno lottato e perso la vita per darci la libertà e l’autonomia che oggi spesse volte diamo per scontate.”

Anna Dati, staffetta e segretaria della sezione ANPI Aosta – Alta Valle ricorda così Aurora: “Aurora era una donna bellissima, con un fisico atletico, ma la sua vera bellezza stava principalmente nel suo carattere. Era una donna molto autorevole e piena di coraggio. Stimata e seguita da tutti. “

Aurora Vuillerminaz, nata a Saint-Vincent il 22 marzo 1922, giovanissima si sposa con Adolfo Giulio Ourlaz e inizia a lavorare nelle ferrovie; poco tempo dopo (luglio 1944) abbandona il proprio impegno per dedicarsi interamente alla lotta partigiana entrando, di fatto, nella banda A. Verraz, operante nella valle di Cogne e composta di circa 150 elementi. Nel gruppo (lo stesso in cui inizialmente operava anche E. Chanoux), assume l’incarico di staffetta creando collegamenti tra la nostra regione e la vicina Svizzera. Al ritorno da una missione, mentre era diretta a Cogne, venne fermata insieme ad alcuni amici a Villeneuve dalla polizia fascista e successivamente arrestata. In seguito, con gran coraggio e determinazione, e senza aver fornito al nemico alcun’informazione circa la sua attività e quella delle formazioni partigiane, affronterà con estremo coraggio la fucilazione il giorno 16 ottobre 1944 alla giovane età di 22 anni.

LA TRAGEDIA DEL COL DU MONT TRA STORIA, MEMORIA e ATTUALITA

Luglio 13th, 2011 Nessun commento »

Sabato 16 luglio 2011_ore 15.00

Col du Mont (Valgrisenche)

Rievocazione-lezione-commemorazione degli operai caduti al Col du Mont (2646 metri di quota) il 26 gennaio 1945.

A cura di Paolo Momigliano Levi

“26 gennaio 1945 corrente in Valgrisenza colonna di addetti trasporto at militari in linea, veniva travolta da valanga. Rimanevano sepolti 33 civili e due militari. Sono in corso lavori di recupero salme.”

Questo il testo del telegramma inviato al ministero degli Interni e al capo della polizia dal questore repubblichino di Aosta, il 29 gennaio 1945.

La tragedia del Col du Mont era avvenuta tre giorni prima, il 26 gennaio 1945, aveva coinvolto 51 civili – tutti operai della “Società anonima nazionale Cogne” e quattro militari.

Morirono 33  operai e due alpini.

Il reclutamento e lo sfruttamento degli operai in attività paramilitari in favore delle truppe nazifasciste è l’essenza e uno dei motivi della tragedia che, unito alla confusa relazione fra poteri militari e “presunti/reali” obblighi civili, all’irresponsabilità dei vertici della divisione alpini della Monterosa e del Comando tedesco di zona, alla subalternità della Cogne – che era stata dichiarata dal 24 agosto 1935 “Stabilimento ausiliario” d’interesse bellico, all’inesperienza della montagna, spiegano la dinamica dell’evento tragico.

Sin da subito le autorità fasciste e naziste presentarono all’opinione pubblica la missione – costrizione e lavoro coatto per gli operai della Cogne – come un tributo alla causa della guerra e della Patria in cui la fatalità, la non prorogabilità della missione e il presunto spirito di dedizione e di sacrificio degli operai inquadrati nel “Battaglione lavoratori” addetti alle corvées di rifornimento viveri e munizioni degli alpini di stanza sulla linea di confine, erano le giustificazioni di un servizio che doveva essere compiuto ad ogni costo, anche se è noto che i valligiani, uomini esperti di montagna, avevano assolutamente sconsigliato l’ascensione.

Gli operai – come riporta la relazione della commissione d’inchiesta della Cogne – “sono senza scarpe adatte […] non hanno dotazione di calze, di guantoni, di passa-montagna, di occhiali da neve (…). A conferma dell’insufficiente equipaggiamento  si fa presente che gli operai tagliano delle scurisce di panno sia ai cappotti che alle mantelline per farsi delle fasce per chiudersi le scarpe.”

La neve che cadeva da giorni, le oscillazioni di temperatura che facilitavano il formarsi di slavine e la forte tormenta della mattina del 26 gennaio, erano cause sicure e premonitrici della tragedia che poi si produsse.

“Una valanga di enormi proporzioni, staccatasi dalle pendici dell’Ormelune, aveva travolto la colonna che già si trovava in prossimità del Colle” dalla testimonianza di Sulpice Frassy.

Sopravvissero 18 operai e due alpini.

Dalle inchieste emergerà che il servizio non era di assoluta urgenza in quanto le truppe in postazione al colle avevano – come attesta Roberto Nicco – “viveri ordinari  fino al 29 e viveri di riserva per altri 20 giorni.”

Sabato 16 luglio prossimo al Col du Mont Paolo Momigliano Levi, storico e già direttore dell’Istituto storico della resistenza e della società contemporanea in Valle d’Aosta, autore di ”La tragedia del Col du Mont” (Tipografia Valdostana, Aosta, 1995) alle 15.00 terrà una rievocazione della tragedia del Col du Mont avvenuta il 26 gennaio 1945.

L’ANPI – comitato regionale della Valle d’Aosta – aderisce alla commemorazione degli operai caduti al Col du Mont il 26 gennaio 1945 e sarà presente alla rievocazione-commemorazione.

Silvia Berruto

mercoledì 13 luglio 2011 © Riproduzione riservata

COMUNICATO STAMPA | Domenica 17 luglio a Saint-Nicolas l’ANPI ricorda l’eccidio nazi-fascista del 1944

Luglio 13th, 2011 Nessun commento »

Appuntamento alle ore 11.30 presso la cappella che ricorda i partigiani caduti

Aosta, 7 luglio 2011

Il Comitato valdostano dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia organizza per domenica prossima 17 luglio a Saint-Nicolas la cerimonia di commemorazione dell’eccidio nazifascista del luglio 1944, nel corso del quale furono uccisi 16 tra partigiani della banda Vertosan e civili residenti nelle frazioni di Cerlogne e Vens, rastrellate e incendiate.

L’eccidio si consumò il 30 luglio del 1944 al termine di una tragica giornata di scontri a fuoco innescati dall’attacco nazifascista contro la vasta area controllata dalla formazione partigiana Vertosan attorno a Saint-Nicolas: aspri combattimenti si susseguirono lungo le direttrici dell’avanzata nazifascista, prima con il bombardamento dell’abitato di Chaillod, quindi con il rastrellamento di Fossaz, infine a Cerlogne e a Vens, dove si consumarono gli atti conclusivi del massacro. Per ordine dei tedeschi, i corpi dei caduti rimasero insepolti per quattro giorni.

La cerimonia, organizzata dall’ANPI per domenica 17 luglio, inizierà alle ore 11.30 con la messa nella cappella che ricorda i partigiani caduti. Seguiranno la deposizione delle corone e il discorso commemorativo del Senatore Cesare Dujany.

Calendario delle prossime Manifestazioni del 2011

Luglio 3rd, 2011 Nessun commento »

DOMENICA 17 LUGLIO – SAINT-NICOLAS


Ore 11.30 Commemorazione del rastrellamento, dell’incendio

e dei sedici caduti.

• Messa nella cappella che ricorda i partigiani caduti

• Deposizione corona e discorsi commemorativi.


SABATO 23 LUGLIO – ISSIME


67° anniversario della Battaglia del Lys.

L’organizzazione della manifestazione verrà curata dalla sezione

ANPI di Pont St. Martin. (Il programma è ancora da definire.)


DOMENICA 31 LUGLIO – TERRE NOIRE (P. S. Bernardo)


Ore 11.00 Commemorazione del massacro di Terre Noire.

• Deposizione corone e funzione religiosa;

• Discorsi commemorativi.


DOMENICA 21 AGOSTO – TROIS -VILLES (Quart)


Anniversario del rastrellamento e della distruzione di Trois-

Villes

La commemorazione degli avvenimenti sarà curata dall’Amministrazione

Comunale di Quart.

(Il programma è ancora da definire.)


DOMENICA 28 AGOSTO – MOLÈRE (Valsavarenche)


Ore 11.00 Messa al monumento di Molère

Deposizione corona e discorsi commemorativi


MERCOLEDÌ 7 SETTEMBRE – AMAY (Saint-Vincent)


Ore 11.00 Cerimonia commemorativa a ricordo dei combattimenti

svoltisi nella zona e dei numerosi caduti

Messa nella chiesa di Amay

• Deposizione corona e discorsi commemorativi

• Aperitivo off erto dalla sezione A.N.P.I. di Saint-

Vincent

• Pranzo al Col di Joux


DOMENICA 23 OTTOBRE – CHÉSOD (Antey-Saint-André)


Commemorazione dell’anniversario dei combattimenti sostenuti

nella valle dalla 101^ Brigata Marmore nel 1944.

Deposizione corona, messa e discorsi commemorativi


MARTEDÌ 1° NOVEMBRE – AOSTA


Commemorazione dei Caduti di tutte le guerre

La cerimonia, in accordo con il Presidio Militare, avrà luogo come

ogni anno presso il cimitero comunale.

• Messa al campo;

• Deposizione di corone.

06.05.2011 | Comunicato Stampa

Maggio 8th, 2011 Nessun commento »

COMUNICATO STAMPA
Aosta, 6 maggio 2011

Il Direttivo del Comitato valdostano dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, riunito oggi a Saint-Vincent, a proposito delle code polemiche a seguito degli ormai noti eventi occorsi durante la commemorazione del 25 aprile 2011 di Aosta, si rallegra per l’esito positivo del chiarimento avvenuto nei giorni scorsi tra i rappresentanti delle Forze Armate, i Parlamentari valdostani e il Presidente dell’ANPI regionale.

Auspica, per i futuri appuntamenti, una migliore organizzazione – peraltro in nessun modo imputabile agli interlocutori presenti al suddetto incontro.

Al tempo stesso l’ANPI della Valle d’Aosta esprime piena solidarietà ad Andrea Lamberti per gli attacchi a lui rivolti all’indomani del discorso ufficiale tenuto in occasione della manifestazione per il 25 aprile, Festa della Liberazione, presso il monumento ai ‘Morts pour la liberté’ di Aosta.

Il Direttivo dell’ANPI, così come già sottolineato nell’immediato dal Presidente Marino Guglielminotti Gaiet, condivide integralmente i concetti espressi da Lamberti e da tutti gli altri oratori individuati dall’ANPI che troverete sul sito http://valledaosta.anpi.it/ in quanto riprendono le preoccupazioni a più riprese contenute nei documenti e negli appelli dell’ANPI nazionale.

Andrea Lamberti, nel corso della riunione, sottolinea che: “il tono del suo intervento definito da alcuni tribunizio, non era altro che la reazione forte rispetto alla grande preoccupazione per quello che sta avvenendo in tutta Italia, dove vi è stata una ripresa ed una intensificazione delle iniziative di tipo fascista, come quella segnalata lo stesso 25 aprile a Donnas (due ragazzi passando in macchina si sono sporti per fare il saluto romano e inneggiare al duce rivolti alle persone davanti al cippo partigiano).”

L’ANPI negli appelli di questi giorni ritiene quindi necessario avviare una grande campagna di riflessione, di informazione e di impegno sui temi della difesa dei valori fondanti il nostro vivere civile frutto della Resistenza, oltreché di collaborare con tutti gli antifascisti, le forze democratiche, le istituzioni in genere che si richiamano ai valori dell’antifascismo.

ANPI – Comitato Valle d’Aosta
Via G. Elter, 6 – 11100 Aosta
Tel. 0165 40809
Mail: anpi.vda@gmail.com

Aosta | L’orazione di Andrea Lamberti per il 25 aprile

Maggio 7th, 2011 Nessun commento »

Andrea Lamberti | foto AostaSera.it

E’ bellissimo il 25 Aprile.

Il 25 Aprile è bellissimo perché è la prova tangibile che nella storia i valori di libertà e giustizia possono vincere. E questo mai nessuno potrà cancellarlo. Il 25 Aprile non si può rovinare perché questo esempio non si può cancellare. La speranza che il mondo possa cambiare è nel 25 Aprile. Il 25 Aprile ci ricorda che un mondo migliore è possibile, che un mondo dove libertà e giustiza vincano è possibile e basta impegnarsi e potremo averlo. Quindi nessuno potrà cancellarci il 25 Aprile. Ci provano. Ci provano a Roma con i manifesti fascisti che dicono “25 Aprile: buona pasquetta” e 3 fasci littori. Ma non ce la fanno. Perché l’esempio non si cancella. Perché la memoria non si cancella. E noi siamo quindi qui a festeggiare perché anche noi speriamo in un mondo dove libertà e giustizia possao vincere ancora, in un mondo che possa cambiare nuovamente. E quindi noi oggi siamo qua a festeggiare. Ma non possiamo scordarci che il 25 Aprile ha 2 facce. Una faccia che guarda al futuro ed è la faccia che noi festeggiamo. E una faccia che guarda al passato e ci ricorda quello che c’è stato prima del 25 Aprile del 1945: quando c’è stata la dittatura, quando c’è stato Mussolini, c’è stata la guerra. Perché non possiamo dimenticarci che l’Italia prima di essere stata partigiana è stata fascista. Che se ci sono stati tanti italiani partigiani è perché prima tantissimi italiani hanno scelto di essere fascisti. Il 25 Aprile impone una scelta di campo. Dobbiamo scegliere da che parte stare: o di qua o di là. Antifascisi o fascisti. Non ci sono altre possibilità. Dobbiamo scegliere da che parte stare e quali sono i nostri valori di riferimento. Ed è su questo che dobbiamo riflettere quest’anno: 150 dell’Unità d’Italia. Questa è una festa che va sicuramente festeggiata perché è un percorso che abbiamo fatto assieme, un percorso che non può essere cancellato nonostante le tante ombre che ci sono come si divertono a ricordare i tanti detrattori di questa festa. Ma è un percorso che abbiamo fatto assieme e va festeggiato. Ma deve essere anche e soprattutto occasione per riflettere su chi vogliamo essere noi come italiani: quali sono i nostri riferimenti? Cosa vogliamo noi per il nostro futuro di italiani? Perchè dobbiamo ricordarci che l’identità si sceglie, si sceglie chi essere. Non si nasce fascisti non si nasce partigiani. Si sceglie cosa essere, si scelgono i propri valori. I partigiano hanno scelto di essere partigiani, i fascisti hanno scelto di essere fascisti. Hanno fatto una scelta diversa ed è per questo che sono diversi ed è per questo che è intollerabile quando qualcuno si permette di metterli sullo stesso piano. Oggi noi dobbiamo scegliere di nuovo chi essere, dobbiamo scegliere i nostri valori, dobbiamo scegliere come guardare al futuro. Il 25 Aprile è una festa scomoda perché non tutti si possono riconoscere nel 25 Aprile. Bisogna scegliere chi essere. E noi oggi chi vogliamo essere come italiani e come individui? Chi vogliamo essere? La risposta per noi che oggi siamo qua sembra facile, scontata, ma non lo è. Dobbiamo ricordarci che sia a livello istituzionale che a livello popolare le risposte non sono così chiare. Non possiamo dimenticare i 6 onorevoli, se vogliamo chiamarli così, che non trovano nulla di male nella ricostruzione del PNF. Non possiamo dimenticare che un altro onorevole ha dichiarato “L’A.N.P.I. Mi disgusta” in occasione del 25 Aprile. Non ho parole e non voglio commentare. Non possiamo scordarci i tanti esempi di fascismo esplicito. Posso raccontare una piccola storia letta sul sito nazionale dell’A.N.P.I.: in un piccola paese della Lombardia [Trezzano sul Naviglio] un sindaco sostenuto da una maggioranza col PDL ha impedito all’A.N.P.I. di parlare e ha imposto il suo discorso in piazza. Aveva paura di quello che l’A.N.P.I. potrebbe dire. L’A.N.P.I. ha lo stesso fatto manifestazione, ha lo stessa fatto il corteo, nonostante il sindaco avesse cercato di impedirlo: anche questa è Resistenza. Non possiamo però dimenticarci anche i tanti attacchi impliciti ai valori della Resistenza e della Costituzione. Non possiamo scordarci che troppo spesso oggi la giustiza, quella vera, quella di tutti, si cerca di trasformarla in una giustizia su misura per qualcuno e questo è fascismo e non c’è nessun problema a chiamarlo così. Non possiamo scordarci che i valori di giustizia e libertà vengono sempre calpestati. Penso ad esempio alla riforma della scuola pubblica contro cui l’A.N.P.I. ha protestato il 21 marzo [in realtà il 12 marzo]. La riforma della scuola pubblica cerca di trasformare il nostro paese in un paese dove la libertà per cui hanno combattuto i partigiani non esista e questo non possiamo dimenticarcelo. [In questo momento si sente l’ordine e gli alpini se ne vanno] Dobbiamo ancora oggi combattere perché a livello istituzionale c’è gente che si vergogna di riconoscerci nei valori della Resistenza e noi questo non possiamo accettarlo. Noi dobbiamo avere la forza di indignarci ancora, di gridare con forza il nostro essere antifascisti perché è inaccettabile che uno Stato come il nostro si vergogni di riconoscersi nei nostri valori ed è per questo che noi oggi siamo qua e lo saremo ogni anno per dire che ci fa schifo il nostro stato spesso, che ci vergognamo di essere italiani in alcuni casi. Ma anche a livello popolare le cose non vanno meglio. Noi oggi qui siamo pochi e lo sappiamo. Siamo troppo pochi perché il nostro paese si dovrebbe riconoscere in questi valori e invece siamo troppo pochi qui oggi. Nel sentire comune italiano oggi c’è un sentimento alla “volemose bene”, “né di qua, né di là, io non prendo parte”. No. Io parteggio. Io so da che parte stare. Io so quali sono i miei valori e non mi vergogno a dirlo. Io ci metto la faccia. Perché se vogliamo un mondo migliore non dobbiamo avere paura di scendere in piazza e dire con forza chi siamo e in cosa crediamo. Io sono antifascista! E allora? Non mi vergogno a dirlo. Tu ti vergogni a scendere in piazza? Affari tuoi. Io non ho paura, io non mi vergogno. Però un po’ di speranza rimane, comunque posso vedere che c’è una parte d’Italia che non si arrende. L’abbiamo visto con le manifestazioni per la scuola pubblica, le manifestazioni per la donna, le manifestazioni contro il precariato. C’è una parte d’Italia che non si arrende e vuole continuare a sognare, vuole continuare a combattere. E allora è per questo che noi oggi siamo qui. Perché se la domanda è “Noi chi vogliamo essere?”, noi come individui e noi come Nazione e se la risposta è la risposta di questa piazza, la risposta di un antifascismo fiero, orgoglioso e coraggioso, allora io non posso che concludere dicendo:

VIVA L’ITALIA, VIVA LA DEMOCRAZIA, VIVA LA LIBERTA’.

Andrea Lamberti, componente del Comitato Regionale ANPI.

Donnas | Discorso commemorativo di Raimondo Donzel

Maggio 7th, 2011 Nessun commento »

Raimondo Donzel | foto Consiglio Regionale

Discorso commemorativo per il 25 aprile 2011 a Donnas

(Pont-Saint-Martin e Perloz)

Egregio Signor Sindaco,

Cari partigiani, care staffette,

Autorità civili, militari e religiose

Chers amis valdôtains

Care cittadine e cari cittadini

|

sono passati soltanto due giorni da quando, in occasione di una tavola rotonda a Issogne; ho incontrato Yves, Tigro, Janes, César, Moro, Purosangue, Gagno, Abete, Tigre e la staffetta Matilde. Preziosi questi incontri con gli ultimi protagonisti di giorni terribili e insieme memorabili, perché dall’orrore della guerra e dei lager portarono alla libertà e alla democrazia. E non a caso ho usato i nomi di battaglia di questi uomini. Non era un gioco, un vezzo assumere una nuova identità. Era necessario perdere il cognome, innanzitutto per evitare che la famiglia subisse rappresaglie e persecuzioni. Non mancavano le spie, i delatori, coloro che servirono il regime con devozione fino all’ultimo giorno, per poi rinnegare tutto. I partigiani soprattutto nel 1943 erano pochini! Eppure ebbero il coraggio di fare una scelta… Difficile, molto difficile! Alcuni, giovanissimi, con in mano una cartolina blu, una cartolina precetto, affrontarono il dilemma: soldato di Salò, col fascismo o quello che restava di esso e gli alleati nazisti, oppure partigiano, mettendo a repentaglio la propria vita in nome di una libertà che alcuni nemmeno avevano mai conosciuto perché cresciuti nel regime fascista. Non avevano armi, equipaggiamenti, e all’inizio poca o nulla formazione politica. Ma questi giovani seppero scegliere fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, senza curarsi dei rischi! E oggi siamo capaci di una scelta? O restiamo inerti di fronte agli attacchi alla democrazia e alla libertà? Ce ne staremo zitti a guardare che qualcuno affigge manifesti con le squadracce fasciste che augurano “Buona Pasquetta”? Concita De Gregorio su l’Unità di ieri ci interroga tutti con queste parole: “Direte: sono manifesti messi da qualche cretino. Vero, ma solo fino a qualche anno fa non si sarebbero permessi. I cretini escono in massa allo scoperto perché si sentono spalleggiati e in fondo approvati. Si specchiano in chi ci governa e improvvisamente non hanno più vergogna né paura, anzi al contrario: sono tracotanti e rumorosi. Si sentono dalla parte di chi ha vinto, salgono sul carro. Alcuni sono solo cretini, e pazienza. Altri sono sul crinale del crimine e a volte oltre, ci sono cose che non si possono fare non perché non sta bene o perché si offende qualcuno ma perché è proprio un reato. Apologia di fascismo, per esempio. Altri ancora (a Milano) sono applauditi e saranno probabilmente eletti, così da chiudere il cerchio tra rappresentanti e rappresentati.” Ma noi, cosa stiamo facendo? Aspettiamo? Ci chiudiamo fra le montagne della nostra Autonomia, dimenticando che i martiri della Resistenza, il loro sangue è stato la linfa vitale da cui sono fioriti i Decreti luogotenenziali e lo Statuto speciale? Pensiamo forse che ciò che accade a Roma non ci tocca? Proprio con una marcia su Roma iniziò il fascismo e travolse i valdostani che indossarono le camice nere e dovettero piegarsi al regime fino alla Liberazione. Fingiamo di non sapere che la libertà è sotto attacco? E allora che dire dei disegni di legge che vogliono cambiare la Costituzione senza larghe convergenze ma con continue e pericolose provocazioni? E come giudicare il disegno di legge costituzionale che intende abolire la norma della Costituzione che vieta “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”, presentato al Senato, il 29 marzo, dal senatore del Pdl Cristiano De Eccher (Pdl)? Qui non siamo più alle schermaglie giuridiche ma davanti a un pericoloso attacco alle libertà democratiche. Co-firmatari sono gli altri senatori del Pdl Fabrizio Di Stefano, Francesco Bevilacqua, Giorgio Bornacin, Achille Totaro e il senatore Fli Egidio Digilio. Anche se Digilio dopo l’intervento di Fini ha ritirato la firma e anche se il Presidente del Senato Schifani è rimasto ‘esterrefatto’ dall’iniziativa, il fatto è di una gravità inaudita e mostra come in Italia l’estrema destra sia stata chiamata a sostenere il Governo Berlusconi. In altri paesi, una destra normale, piuttosto perde le elezioni che governare con i fascisti. E Scilipoti, che, coi suoi amici Responsabili, redige un Manifesto del neo Movimento, copiando interi brani dal Manifesto del Partito fascista, non fa una ragazzata o una dichiarazione di ignoranza, ma dà un altro segnale di degrado della vita pubblica italiana. E come non vedere l’attacco continuo alla scuola pubblica, simbolo di libertà e equità tra i cittadini. Oltre alla riduzione dei finanziamenti, dei posti di lavoro, delle classi, alcuni parlamentari Pdl, Gabriella Carlucci in testa; hanno sostenuto che nei testi di storia adottati nelle scuole superiori italiane ci sono «tentativi subdoli di indottrinamento per plagiare le giovani generazioni a fini elettorali», che bisogna ritirarli dal mercato perché la scuola «non può trasformarsi in una fabbrica di pensiero partigiano». Come se il pensiero partigiano e i valori della Resistenza fossero nocivi per i nostri giovani e non invece le trasmissioni televisive come il “Grande fratello”. Vogliono cambiare la storia e i valori di riferimento di questo paese. E ancora l’aggressione alle istituzioni repubblicane come la Magistratura, con epiteti come le toghe rosse. O affermazioni secondo cui le procure sarebbero piene di terroristi. Senza ricordare il sangue versato dai magistrati negli anni di piombo! E infine la presentazioni di liste con firme false per il Pdl nelle elezioni regionali della Lombardia o il tentativo di cancellare i referendum sul nucleare e per l’acqua pubblica: un continuo sovvertimento delle regole democratiche. Tanto da far sbottare sia Carlo Smuraglia, nuovo presidente dell’ANPI: “Questo non è il paese che sognavamo. Bisogna smascherare le bugie. E vorrei che i giovani si impegnassero insieme a noi.” Anche il Presidente della Repubblica Napolitano ha sentito l’esigenza di usare espressioni forti come “una ignobile provocazione” per i Manifesti contro le procure apparsi a Milano; e ha aggiunto che “si sta toccando il limite oltre il quale possono insorgere le più pericolose esasperazioni e degenerazioni.” Dobbiamo reagire. Dobbiamo aprire gli occhi. Questo 25 Aprile 2011, dunque, non è una semplice commemorazione del passato; ma ci chiama tutti a una “nuova”, pacifica nei mezzi ma determinata e quotidiana Resistenza, per tornare ad esprimere valori di libertà, democrazia, equità e giustizia. I partigiani trovarono il coraggio di fare quella scelta; ora tocca a noi.

ANTIFASCISTI SEMPRE!

Raimondo Davide Donzel, Consigliere Regionale.