Discorso di Alessandro Pollio Salimbeni per il 25 Aprile di Aosta

Aprile 28th, 2012 Nessun commento »

foto tratta da Aostasera.it

Il discorso del vicepresidente nazionale dell’ANPI Alessandro Pollio Salimbeni per il 25 aprile in piazza Emile Chanoux ad Aosta:

Celebriamo il giorno della Liberazione come una delle date fondative della Repubblica Italiana.

Permettetemi di dirlo con un di più di orgoglio e di partecipazione, dal momento che in questa piazza e in questa città la mia famiglia ha dato un contributo diretto a quei giorni e a quelle scelte che hanno segnato il riscatto e il nuovo inizio di una grande storia nazionale.

Ma – al di là delle ragioni personali – Resistenza e Liberazione, Repubblica il 2 giugno, Costituzione dal 1 gennaio 1948 sono i tre pilastri sui quali fare affidamento ogni giorno della nostra vicenda storica e politica per trovare in essi valori, obiettivi, energie per costruire un Paese all’altezza delle aspirazioni e dei bisogni di tutti i cittadini.

Il senso del 25 aprile è questo: dalla difficile scelta della Resistenza alla Liberazione del Paese nasce una spinta che deve durare nel tempo. Per questo è stata osteggiata, talvolta nascosta, sempre discussa, per la sua forza trainante, per il richiamo costante al fatto che – certamente in contesti più ampi – dal nostro impegno nasce il nostro sviluppo, il nostro futuro.

E questo vale tanto di più nelle difficoltà attuali, dalle quali – si continua a dire e diciamo anche noi oggi – non si esce solo con il freddo taglio che segue ad anni di irresponsabile sottovalutazione e dissipazione delle risorse pubbliche ma soltanto con la ripresa di politiche pubbliche nel campo economico, industriale e sociale. Insomma, non ripercorrendo strade – certo più decenti, certo più etiche, certo più adeguate a quell’onore delle funzioni pubbliche cui ci richiama la Costituzione – ma costruendone di nuove.

Sacrifici? Certo, se necessari e se proporzionali al reddito e alle responsabilità di ciascuno. Equità? Sicuramente, perché ci sono tanti che anche negli anni scorsi hanno pagato prezzi duri alla crisi che non è di oggi (oggi si chiamano “esodati” e la brutta parola non fa che sottolineare il fatto che si tratta di vittime di scelte fatte sulla loro testa e la loro pelle). Rigore? Naturalmente, dopo aver visto per troppo tempo l‘esibizione delle superricchezze (e di un po’ di supercafoni, che si accompagnano sempre), a partire dalla giusta repressione dello scandalo dell’evasione fiscale.

Ma tutto questo chiede tanta, nuova e buona politica. Viva i professori, se ridisegnano un profilo di serietà e autorevolezza, di cui siamo stati sprovvisti per molto tempo. Ma viva la vita normale, quella un po’ lontana dalle aule universitarie e dai convegni internazionali: e la politica torni ad essere voce e corpo della vita normale. Anche su questo aspetto vorremmo un po’ più di attenzione e rigore: si sentono toni e parole che nemmeno nascondono una antica pulsione contro la politica: si sappia che tutte le avventure di destra sono iniziate così. Non si può non vedere che in tanti partiti si sono depositati fatti scandalosi, comportamenti delinquenziali, personaggi di profilo quando va bene dubbio – e va molto peggio, come sappiamo. E però non è giusto mettere tutto e tutti nello stesso sacco: distinguere, giudicare i fatti, guardare alle differenze, non solo per colpire meglio le responsabilità ma anche per colpire bene le responsabilità che invece appartengono a tutti, iniziando dal senso di superiorità e di separatezza (in questo certo da casta), di privilegio che non si possono accettare.

E non si può nemmeno tacere il fatto che tutto ciò esplode dinanzi al fatto delle troppe figure scialbe o addirittura del tutto fuori posto, quando non offensive, che da tempo hanno iniziato a popolare le stesse aule istituzionali. Ci vogliamo chiedere come mai questi temi non colpivano il sentimento popolare quando il personale politico era simboleggiato dai Moro e dai Nenni, dai Berlinguer e dai La Malfa?

Non è nostalgia, non è rimpianto, non siamo quelli per cui “non ci sono più le stagioni di una volta”!

Il punto è che quel personale politico aveva ancora – nelle ampie differenze ed anche nello scontro politico perfino più intenso (certo più serio) di oggi (un rapporto diretto, intellettuale – civile – morale prima ancora che personale) – con la Resistenza e la Liberazione dal nazifascismo.

Questo ci dice che non si nasce antifascisti, democratici, ma lo si diventa. Con la fatica della realtà, dell’impegno, dello studio; con la sensibilità del guardare alle condizioni materiali; con l’orgoglio di non accettare verità supreme imposte col principio della autorità; con tutto questo si reagisce, si mette in discussione lo stato del cose presenti, si prepara un futuro diverso.

Per questo non siamo d’accordo con chi dice che ormai antifascismo e Resistenza vanno consegnati alla storia. Naturalmente è vero, 67 anni sono molti nella vita di un Paese, oltre che delle persone. E’ vero anche, però, che da noi (per la verità anche in altri paesi d’Europa) ci sono tracce pesanti, continua l’alimentazione di miti e la presenza di forze apertamente politiche e apertamente fasciste. In Italia, in Germania, Francia, Olanda, GB, oggi perfino nel governo dell’Ungheria, ci sono gruppi, sedi, siti esplicitamente fascisti e nazisti, che fanno circolare propaganda razzista e xenofoba e tentano una penetrazione nei quartieri popolari, facendo leva sul disagio sociale, mascherandosi dietro attività “culturali”, un po’ dappertutto ed anche qui in Valle.

Proprio perché siamo consapevoli della crisi democratica che stiamo attraversando, pensiamo si debba rilanciare una duplice prospettiva di sviluppo.

La prima è più Europa. Non quella dei banchieri, di chi pensa che tagliando le risorse si raddrizzi l’economia: essa si raddrizza se le persone concrete sono in grado di vivere oggi e costruire un futuro, come da Keynes in poi dovrebbero aver imparato tutti. Non quella di freddi poteri tecnocratici e universitari: servono, indubbiamente, ma hanno il loro tempo e il loro spazio. Invece, pensiamo alla Europa che si fonda su procedure democratiche e partecipative, su cessione di sovranità anche nei campi più delicati, dal fisco alla politica estera e di difesa, che sostenga ampie iniziative nella formazione e nello sviluppo economico e industriale, sulle autonomie – così compresse in questi anni e ad ulteriore repentaglio con i recenti provvedimenti fiscali. Rilanciamo da qui – dopo alcuni anni di delirio federalistico che mascherava scelte di aspro centralismo – la Carta di Chivasso, con la quale Emilio Chanoux ebbe, con gli altri sottoscrittori, la visione lunga di una diversa fondazione dello Stato repubblicano, parallela e coerente con l’impianto unitario che fu poi della Costituzione e con la altrettanto lungimirante visione europeistica di Altiero Spinelli.

La seconda è una nuova fase della democrazia in Italia: i 150 anni non sono stati solo una celebrazione. Occorre rafforzare sia le procedure per le decisioni –con modalità che altri Paesi sperimentano da tempo e che si fondano sulla più completa informazione, la valutazione dei dati oggettivi dei problemi e soprattutto l’idea che discutere arricchisca e renda consapevoli: se la TAV in Francia (e non solo) procede è perché i cittadini e i comuni sono soggetti e non oggetti – sia il ruolo e l’importanza dei corpi intermedi (art. 2 della Costituzione).

Su questo vediamo invece insofferenza, per la mediazione, per la ricerca faticosa e paziente della costruzione di punti di arrivo condivisi. Attenzione, è anche il segno delle confuse idee e decisioni in ordine alle riforme istituzionali ed anche elettorali e questo va detto sia a destra che a sinistra, con differenze non banali sul contorno ma non sulla sostanza. Da qui sono nate le teorie e troppe “riforme” (in cui pesano più le virgolette della parola), via partiti, sindacati, associazioni. Solo il capo, il leader e la folla che applaude – può essere folla di pubblico come allo stadio oppure atomizzata dinanzi alla tv oppure ancora la folla “moderna” di Internet che qualche “capo” moderno evoca o bastona a suo piacere (altro che democrazia: dal comico al tragico,. Si potrebbe dire).

Guardate i gesti, pesate i linguaggi, valutate le parole che si usano: che Italia ci si aspetta, così? E allora ci permettiamo un severo monito alla responsabilità, prima che ci sia lo sciopero del voto, segnale di allarme grave quanto se non più della malattia.

Antifascismo è Repubblica e Costituzione, cioè il terreno comune di rispetto reciproco, di regole comuni a tutti, di attenzione a cose e persone che non sono eguali. Eguali nei diritti e nei doveri: qui sta il fondamento della convivenza civile e della libertà. E tutti noi siamo qui per questo e per testimoniare un impegno comune e permanente che ogni 25 Aprile vogliamo rinnovare nelle piazze, nelle strade delle nostre città e – ci auguriamo – nella coscienza di donne e uomini, giovani e anziani, che sono la vera forza, la vera garanzia del Paese, della sua libertà, della sua felicità.

25 Aprile Resistente

Aprile 26th, 2012 Nessun commento »

Calendario delle iniziative per il 25 Aprile 2012, Anniversario della Liberazione

Aprile 18th, 2012 Nessun commento »

Associazione Nazionale Partigiani d’Italia

VALLE D’AOSTA


AOSTA

 

Venerdì 20 aprile

ATELIER ALEPH – via Martinet

Dalle ore 21,00

Staffetta di letture ad alta voce dedicate alla guerra partigiana e alla Liberazione. Durante la serata proiezione delle fotografie di Giuliana Ferrero, intervista ad Anna Cisero Dati ed esposizione del ritratto di “Lola” donato da Barbara Tutino all’associazione.

 

Mercoledì 25 aprile

Ore 10,00 – cimitero di Aosta

Santa Messa al Sacrario e deposizione di un corona.

 

Ore 11,15 – giardino della Rimembranza di via Festaz

Deposizione di una corona al monumento dei Morts de la Liberté.

 

A seguire

Corteo verso piazza Chanoux, alzabandiera, lettura collettiva dei primi 12 articoli della Costituzione della Repubblica Italiana nell’ambito del progetto “Collettivamente memoria”, discorsi celebrativi del sindaco Bruno Giordano e del vicepresidente nazionale dell’ANPI Alessandro POLLIO SALIMBENI.

Ore 17,00 – piazza Chanoux

Concerto della Banda Municipale di Aosta a ammaina bandiera.

 

 

SAINT-MARCEL e BRISSOGNE

 

Mercoledì 25 aprile

Ore 10,00

Ritrovo dei partecipanti presso i rispettivi Comuni e deposizione delle corone ai Cippi dei Caduti.

 

Ore 11,00

Presso il Comune di Brissogne i Sindaci daranno il loro benvenuto ai partecipanti ed accoglieranno i neo maggiorenni dei due Comuni, seguirà un Rinfresco offerto dall’Amministrazione Comunale di Brissogne.

 

Ore 12,30

Pranzo presso il Ristorante “Les Laures” in Fraz. Grand Brissogne (prenotazioni pranzo entro il 22 aprile: Bionaz Piero tel 333 5099765, Blanc Cino tel 389 1621789)

 

 

FENIS

 

Mercoledì 25 aprile

Ore 09,45

Ritrovo dei manifestanti con la banda musicale in località “Chez Sapin”

 

Ore 10,30

Messa in suffragio dei caduti

Benedizione monumenti guerre 1915/1918 e 1940/45

Discorso celebrativo tenuto dal Sindaco di Fénis, Giusto PERRON

Inni e canti eseguiti dal coro Saint Roch

Aperitivo presso la “Chatelaine”

 

Ore 13,00

Pranzo presso il ristorante la “Dei cacciatori”

Per prenotazioni pranzo chiamare entro il 23 aprile al numero 329 4392548

 

 

 

SAINT-VINCENT

 

Mercoledì 25 aprile

Ore 10,40

Raduno dei partecipanti davanti alla Chiesa.

 

Ore 11,00

Santa Messa nella chiesa parrocchiale

Deposizione corone ai monumenti ai caduti

Discorsi celebrativi

 

Ore 12,35 Pranzo sociale

 

 

 

VERRES, ISSOGNE, MONTJOVET e CHAMPDEPRAZ

 

Sabato 21 aprile

CHAMPDEPRAZ – salone polivalente in fraz. Fabbrica

Ore 16.00 Tavola rotonda con i partigiani

Ore 21.00 Esibizione “CORO BAJOLESE”

 

Domenica 22 aprile

ISSOGNE – municipio

Ore 09.00 Consegna delle onorificenze a partigiani e combattenti da parte del Comune di Issogne

Ore 10.30 Partenza PEDALATA DELLA MEMORIA (omaggio alle lapidi dei caduti sul percorso Issogne- Champdepraz-Montjovet)

CHAMPDEPRAZ – salone polivalente in fraz. Fabbrica

Ore 21.00 Rappresentazione teatrale “Oltre il Ponte”della Compagnia PLASTICO 808 TEATRO

 

Martedì 24 aprile

CHAMPDEPRAZ – salone polivalente in fraz. Fabbrica

Ore 21.00 Presentazione del volume : “Voluntarios internacionales de la libertad”; antifascisti valdostani volontari nella guerra civile di Spagna (1936-1939) di Giampaolo Giordana

 

Mercoledì 25 aprile

VERRES

Ore 10.00 Ritrovo in piazza Ospedale

Ore 10.30 Corteo preceduto dalla Filarmonica di Verrès e deposizione di corona al monumento ai caduti in piazza XXV Aprile

Ore 10.45 Piazza René de Challand

Saluto del Sindaco Luigi MELLO SARTOR e discorso celebrativo tenuto dal Vicepresidente dell’ANPI Valle d’Aosta Nedo VINZIO

CHAMPDEPRAZ

Ore 12.00 Cerimonia al monumento ai caduti in loc. Capoluogo con il saluto del Sindaco Luigi BERGER e del Consigliere regionale Raimondo DONZEL

Ore 13.00 Pranzo sociale presso il salone polivalente in fraz. Fabbrica (Prenotazioni per pranzo al tel. 333 4671228)

Ore 14.30 Gara di palet: “Trofeo anniversario della Liberazione”

 

 

 

PONT-SAINT-MARTIN e DONNAS

Martedì 24 aprile

PONT-SAINT-MARTIN – auditorium

Ore 18.00 Spettacolo in collaborazione con l’Istituzione scolastica Mont Rose A “Suoni di libertà” con la fanfara e il coro della scuola media C. Viola e la Rock Band Cambio Scena e premiazione del concorso per la realizzazione del logo della sezione.

 

Mercoledì 25 aprile

DONNAS

Ore 09.00 Deposizione di una corona al monumento ai Caduti

PONT-SAINT-MARTIN

Ore 10.00 Ritrovo dei partecipanti presso il CRAL Comunale – Rinfresco

Ore 11.00 Santa Messa nella chiesa parrocchiale

Ore 11.45 Deposizione corone al monumento ai caduti, letture di testimonianze e discorsi commemorativi in Piazza 1° Maggio

Ore 12.30 pranzo sociale presso il ristorante “Bocciodromo” (prenotazione entro venerdì 22 – tel. 347 7189744)

Per un 25 Aprile Resistente, festeggiate con noi!

Aprile 12th, 2012 Nessun commento »

 

Questo è il manifesto per i festeggiamenti del 25 Aprile che si terranno ad Aosta. I protagonisti del manifesto sono proprio i nostri partigiani!

Presto saranno pubblicati i programmi delle altre sezioni.

Partire dalle autonomie locali per costruire un’Europa sociale

Aprile 12th, 2012 Nessun commento »

Venerdì 23 marzo l’ANPI della Valle d’Aosta, nella persona di Andrea Lamberti (membro del comitato regionale), ha partecipato al convegno dal titolo “Autonomia, democrazia, lavoro: idee forti per l’Europa”, svoltosi a Bolzano il 23 marzo, promosso dall’ANPI nazionale.

L’ANPI ritiene che costruire un’Europa sociale, fondata sui diritti, primo tra tutti il “lavoro”, sia indispensabile per portare avanti i valori di libertà e giustizia che hanno guidato la Resistenza. E’ però preoccupante il diffondersi in Europa di sentimenti razzisti e xenofobi, spesso uniti a rigurgiti neo-fascisti (si pensi ad esempio all’Ungheria). Le autonomie locali, da sempre laboratorio d’incontro tra culture differenti, possono essere la base per costruire un nuovo sentimento europeista, che sappia andare oltre la sola unità politica, apprezzabile ma insufficiente.

L’ANPI ritiene che parlare di Europa e Autonomia non sia contraddittorio, infatti Europa e Autonomia convivono in un sistema più ampio di relazioni che sono alla base di una convivenza pacifica. L’ANPI condanna invece il regionalismo e il particolarismo egoistici e chiusi rispetto al mondo esterno, incapaci di creare solidarietà e legami sociali, generatori di odio e intolleranza.

L’ANPI difende quindi con forza le autonomie locali, troppo spesso accusate di essere fonte di privilegi immotivati. L’ANPI considera l’autonomia, un modello fondato su una più profonda vicinanza al cittadino e al territorio e su una maggiore responsabilizzazione della politica. In questo, oltre che nella storia, l’autonomia locale trova la sua legittimazione.

Andrea Lamberti sottolinea: “ E’ importante portare avanti anche in Valle d’Aosta una nuova riflessione sul significato e il ruolo che devono avere oggi le autonomie locali. Stiamo attraverso un momento di radicale trasformazione degli assetti istituzionali, italiani ed Europei; non possiamo eludere il problema guardando al passato; un cambiamento oggi appare necessario, se non vogliamo esserne travolti dobbiamo saperlo guidare.”

Donne Resistenti | Anna Cisero Dati

Marzo 11th, 2012 Nessun commento »

UN 8 MARZO RESISTENTE

Marzo 6th, 2012 Nessun commento »

In ricordo di Aurora Vuillerminaz

Ottobre 16th, 2011 Nessun commento »

COMUNICATO STAMPA

Domenica 16 ottobre a Villeneuve le donne dell’ANPI hanno ricordato Aurora Vuillerminaz


Aosta, 16 ottobre 2011

Le donne dell’ANPI Valle d’Aosta ricordano di Aurora Vuillerminaz, giovane staffetta partigiana fucilata dai nazi-fascisti il 16 ottobre 1944.

Sara Timpano, la più giovane donna del comitato regionale dell’ANPI, commenta così quest’iniziativa: “In un momento in cui sono continuamente esibite come modelli donne senza particolari qualità, competenze o meriti, se non quelli derivati dall’avvenenza, riteniamo ancora più importante ricordare Aurora Vuillerminaz e con lei le tante donne che hanno lottato e perso la vita per darci la libertà e l’autonomia che oggi spesse volte diamo per scontate.”

Anna Dati, staffetta e segretaria della sezione ANPI Aosta – Alta Valle ricorda così Aurora: “Aurora era una donna bellissima, con un fisico atletico, ma la sua vera bellezza stava principalmente nel suo carattere. Era una donna molto autorevole e piena di coraggio. Stimata e seguita da tutti. “

Aurora Vuillerminaz, nata a Saint-Vincent il 22 marzo 1922, giovanissima si sposa con Adolfo Giulio Ourlaz e inizia a lavorare nelle ferrovie; poco tempo dopo (luglio 1944) abbandona il proprio impegno per dedicarsi interamente alla lotta partigiana entrando, di fatto, nella banda A. Verraz, operante nella valle di Cogne e composta di circa 150 elementi. Nel gruppo (lo stesso in cui inizialmente operava anche E. Chanoux), assume l’incarico di staffetta creando collegamenti tra la nostra regione e la vicina Svizzera. Al ritorno da una missione, mentre era diretta a Cogne, venne fermata insieme ad alcuni amici a Villeneuve dalla polizia fascista e successivamente arrestata. In seguito, con gran coraggio e determinazione, e senza aver fornito al nemico alcun’informazione circa la sua attività e quella delle formazioni partigiane, affronterà con estremo coraggio la fucilazione il giorno 16 ottobre 1944 alla giovane età di 22 anni.

LA TRAGEDIA DEL COL DU MONT TRA STORIA, MEMORIA e ATTUALITA

Luglio 13th, 2011 Nessun commento »

Sabato 16 luglio 2011_ore 15.00

Col du Mont (Valgrisenche)

Rievocazione-lezione-commemorazione degli operai caduti al Col du Mont (2646 metri di quota) il 26 gennaio 1945.

A cura di Paolo Momigliano Levi

“26 gennaio 1945 corrente in Valgrisenza colonna di addetti trasporto at militari in linea, veniva travolta da valanga. Rimanevano sepolti 33 civili e due militari. Sono in corso lavori di recupero salme.”

Questo il testo del telegramma inviato al ministero degli Interni e al capo della polizia dal questore repubblichino di Aosta, il 29 gennaio 1945.

La tragedia del Col du Mont era avvenuta tre giorni prima, il 26 gennaio 1945, aveva coinvolto 51 civili – tutti operai della “Società anonima nazionale Cogne” e quattro militari.

Morirono 33  operai e due alpini.

Il reclutamento e lo sfruttamento degli operai in attività paramilitari in favore delle truppe nazifasciste è l’essenza e uno dei motivi della tragedia che, unito alla confusa relazione fra poteri militari e “presunti/reali” obblighi civili, all’irresponsabilità dei vertici della divisione alpini della Monterosa e del Comando tedesco di zona, alla subalternità della Cogne – che era stata dichiarata dal 24 agosto 1935 “Stabilimento ausiliario” d’interesse bellico, all’inesperienza della montagna, spiegano la dinamica dell’evento tragico.

Sin da subito le autorità fasciste e naziste presentarono all’opinione pubblica la missione – costrizione e lavoro coatto per gli operai della Cogne – come un tributo alla causa della guerra e della Patria in cui la fatalità, la non prorogabilità della missione e il presunto spirito di dedizione e di sacrificio degli operai inquadrati nel “Battaglione lavoratori” addetti alle corvées di rifornimento viveri e munizioni degli alpini di stanza sulla linea di confine, erano le giustificazioni di un servizio che doveva essere compiuto ad ogni costo, anche se è noto che i valligiani, uomini esperti di montagna, avevano assolutamente sconsigliato l’ascensione.

Gli operai – come riporta la relazione della commissione d’inchiesta della Cogne – “sono senza scarpe adatte […] non hanno dotazione di calze, di guantoni, di passa-montagna, di occhiali da neve (…). A conferma dell’insufficiente equipaggiamento  si fa presente che gli operai tagliano delle scurisce di panno sia ai cappotti che alle mantelline per farsi delle fasce per chiudersi le scarpe.”

La neve che cadeva da giorni, le oscillazioni di temperatura che facilitavano il formarsi di slavine e la forte tormenta della mattina del 26 gennaio, erano cause sicure e premonitrici della tragedia che poi si produsse.

“Una valanga di enormi proporzioni, staccatasi dalle pendici dell’Ormelune, aveva travolto la colonna che già si trovava in prossimità del Colle” dalla testimonianza di Sulpice Frassy.

Sopravvissero 18 operai e due alpini.

Dalle inchieste emergerà che il servizio non era di assoluta urgenza in quanto le truppe in postazione al colle avevano – come attesta Roberto Nicco – “viveri ordinari  fino al 29 e viveri di riserva per altri 20 giorni.”

Sabato 16 luglio prossimo al Col du Mont Paolo Momigliano Levi, storico e già direttore dell’Istituto storico della resistenza e della società contemporanea in Valle d’Aosta, autore di ”La tragedia del Col du Mont” (Tipografia Valdostana, Aosta, 1995) alle 15.00 terrà una rievocazione della tragedia del Col du Mont avvenuta il 26 gennaio 1945.

L’ANPI – comitato regionale della Valle d’Aosta – aderisce alla commemorazione degli operai caduti al Col du Mont il 26 gennaio 1945 e sarà presente alla rievocazione-commemorazione.

Silvia Berruto

mercoledì 13 luglio 2011 © Riproduzione riservata

COMUNICATO STAMPA | Domenica 17 luglio a Saint-Nicolas l’ANPI ricorda l’eccidio nazi-fascista del 1944

Luglio 13th, 2011 Nessun commento »

Appuntamento alle ore 11.30 presso la cappella che ricorda i partigiani caduti

Aosta, 7 luglio 2011

Il Comitato valdostano dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia organizza per domenica prossima 17 luglio a Saint-Nicolas la cerimonia di commemorazione dell’eccidio nazifascista del luglio 1944, nel corso del quale furono uccisi 16 tra partigiani della banda Vertosan e civili residenti nelle frazioni di Cerlogne e Vens, rastrellate e incendiate.

L’eccidio si consumò il 30 luglio del 1944 al termine di una tragica giornata di scontri a fuoco innescati dall’attacco nazifascista contro la vasta area controllata dalla formazione partigiana Vertosan attorno a Saint-Nicolas: aspri combattimenti si susseguirono lungo le direttrici dell’avanzata nazifascista, prima con il bombardamento dell’abitato di Chaillod, quindi con il rastrellamento di Fossaz, infine a Cerlogne e a Vens, dove si consumarono gli atti conclusivi del massacro. Per ordine dei tedeschi, i corpi dei caduti rimasero insepolti per quattro giorni.

La cerimonia, organizzata dall’ANPI per domenica 17 luglio, inizierà alle ore 11.30 con la messa nella cappella che ricorda i partigiani caduti. Seguiranno la deposizione delle corone e il discorso commemorativo del Senatore Cesare Dujany.